Inter-Bologna 1-1


In un S. Siro caldo e partecipe, l’Inter non riesce a continuare la striscia positiva. Partiamo col piede sbagliato e per l’ennesima volta andiamo sotto. Per la prima mezz’ora squadra in confusione e centrocampo sconnesso. Esclusi per infortunio all’ultimo minuto Joao Mario, già imprescindibile, a quanto pare, e Murillo, De Boer deve cambiare faccia alla squadra che cominciava a decollare dopo due vittorie consecutive. Dentro Ranocchia e Kondogbia, con Miangue al posto di D’Ambrosio, Candreva e Perisic restano esterni d’attacco vicino a Icardi. Il Bologna non si lascia impressionare dalla partenza veloce dei nerazzurri e in pochi minuti si appropria del centrocampo, ribaltando, almeno momentaneamente, i supposti valori in campo. Kondogbia va in piena confusione, reitera i soliti errori, come portare palla all’infinito finchè non te la tolgono, e dopo aver dato via libera al vantaggio felsineo dell’ex Destro, lascia il campo a Gnoukouri, autore invece di una buona gara. Sostituito dopo venti minuti non si può che parlare di bocciatura completa per il francese che sembra più vicino a fare compagnia a Brozovic sul divano che a indossare una pettorina di riscaldamento. E’ invece grazie a un Perisic al contrario in gran spolvero che i padroni di casa riacciuffano la gara e piano piano ne riprendono il pallino in mano. Il croato e Candreva sono in giornata più che positiva, ma mancano di precisione sotto porta e Banega da solo non riesce a dar loro la palla giusta. Il secondo tempo è più a vantaggio dei nerazzurri, rinvigoriti dal pareggio, ma nonostante i tentativi, un Bologna ben schierato in campo e mai rinunciatario, riesce a chiudere la gara senza subire il raddoppio. L’Inter ci ha provato, ci è andata vicino: De Boer butta nella mischia Eder e fa esordire il giovane Gabigol, talento tanto atteso, che si ritrovano in campo con Icardi e Perisic. La pressione in attacco, il possesso palla, tiri da lontano e colpi ravvicinati a nulla valgono. Al 94′ ancora, ci va vicinissimo Ranocchia, ma non trova la porta: partita nata storta e chiusa, a questo punto per fortuna, con un punto che, quanto meno, a conti fatti, ci mantiene al terzo posto.

De Boer – Il mister nerazzurro ha le idee chiare: chi non si applica o si dimostra cocciuto negli errori, paga. Dopo anni di indolenza verso ogni tipo di vizio e menefreghismo dei giocatori, finalmente qualcuno che mostra polso e senza mezze misure. Idee chiare anche sul come gestire partite difficili contro avversari abbordabili, in casa: quattro punte e pressing alto. Poi se la fortuna non ti assiste, pazienza. In parole povere, l’olandese, partita dopo partita, sta mostrando il suo valore a 360° e si fa apprezzare per coerenza e qualità. Condottiero vero.

Perisic e Candreva – Il primo trova almeno un gol, entrambi fanno una gara brillante a cui manca solo il colpo finale. Peccato non aver trovato proprio oggi, alle loro spalle, un reparto compatto e quadrato.

Miangue – Esordio da titolare per il belga. Parte timido, ma poi fa sfoggio di strapotere fisico e piedi buoni. Di certo non farà rimpiangere Juan Jesus, ehm ehm… e con dei margini di miglioramento molto elevati. Con un mister abituato a gestire giovani, un futuro roseo pare attendere lui e noi che da tanto sentiamo la mancanza di terzini o esterni che dir si voglia, di livello.

Gabigol – Esordio assoluto, senza infamia e senza lode. Partita dura, difficile entrare a battaglia in corso e fare la differenza, buona però per scoprire subito cosa aspettarsi dalle difese italiane. Da rivedere, ovviamente.

Ranocchia – Tante volte vituperato, certo non eccelle nella prima mezz’ora, andando in confusione con il resto della squadra. Nella ripresa diventa determinante in più occasioni fino a sfiorare il gol vittoria allo scadere. Peccato.

Kondogbia – Boh. Il rischio più alto è per chi ha speso i soldi per portarlo a Milano. Di questo passo non ne recupererà nemmeno un terzo. Si spera che con la sostituzione di oggi, tra fischi e applausi di incoraggiamento, il giocatore non vada definitivamente nel pallone. A De Boer l’arcano mistero.

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