Europa League – Southampton-Inter 2-1


Strano a dirsi, ma il cambio di allenatore non ha giovato granchè. Con due partite ancora da giocare, l’Inter è già praticamente fuori dalla tanto disprezzata Europa League, vittima illustre in un girone, possiamo dirlo, almeno sulla carta, di una facilità imbarazzante. Vecchi ci ha provato, onore a lui, ma ci si è messa anche la sfortuna e quando piove sul bagnato, c’è poco da fare.

Nel primo tempo il castello difensivo dell’allenatore pro-tempore aveva anche funzionato. Il 4-4-1-1 aveva compattato le linee di difesa e centrocampo, sacrificando certo sia il bel gioco che la fase offensiva, ma dando un pò di copertura in più a una difesa fin troppo claudicante. Al 33′ il vantaggio di Icardi avrebbe potuto dare il via a tutta un’altra storia, ma è stato solo un fugace attimo di pace. Già sul finale di tempo, l’arbitro fischia un quasi calcio di rigore, fortunatamente annullato da un Handanovic in gran spolvero, ma è solo un avvisaglia del temporale che sta per arrivare, per l’ennesima volta, in casa nerazzurra. Nella ripresa succede di tutto. Gli inglesi partono forte e tra una bordata e l’altra diventa una sfida quasi solitaria tra il nostro portiere e i padroni di casa. Dopo almeno tre interventi spettacolari, Samir deve cedere alla sfortuna di un rimpallo sulla traversa e alla scarsa reattività di Ranocchia. Il pari non basta agli inglesi, ma deprime i nerazzurri. Il secondo gol è un capolavoro di suicidio collettivo e chi meglio del giapponese Nagatomo poteva fare harakiri?! Un autogol di splendida fattura, una svirgolata di coscia che abbatte letteralmente quel poco che era rimasto del morale della squadra e un incolpevole Handanovic. L’ingresso di Eder e Biabiany non serve a nulla. Dopo un primo tempo tutto sommato accettabile, la seconda parte di gara ci riporta con i piedi per terra e ci lascia, come unica preoccupazione, un campionato abbondantemente compromesso.

Vecchi – Col pochissimo tempo a disposizione, era quasi sul punto di fare il miracolo. Giudicarne l’operato sarebbe assurdo, visto come si è ritrovato sulla panchina della prima squadra. Peccato.

Difesa – Handanovic sfodera una delle sue migliori prestazioni, ma viene sconfitto dalla sfortuna e da una difesa scellerata. Lo ripeto ancora una volta: se chiedesse la cessione, non meravigliatevi. Merita scenari ben più importanti. La scelta di Ranocchia al posto di Murillo ha lasciato un pò perplessi. Partita modesta, qualche intervento falloso di troppo in area di rigore, fortunatamente non visti dall’arbitro, la perplessità rimane. Certo non ha sfigurato rispetto ai compagni di reparto, in primis Miranda, nettamente in calo di forma e di attenzione. D’Ambrosio fa il suo dovere, ma non lascia il segno, a differenza di Nagatomo che invece ne lascia uno indelebile. Reparto malandato e in preoccupante discesa libera, a prescindere dagli interpreti.

Centrocampo – Medel e Gnoukouri fanno il loro compito. Il cileno non manca di farsi ammonire, ma lotta su ogni palla. Banega ancora sottotono, non illumina il gioco come ci si aspetterebbe, ancora una volta. Perisic e Candreva vengono costipati sulla fasce. Il croato soffre evidentemente questa posizione e non incide. Suo il fallo di mano, involontario, che causa il rigore. Forse qualche ragione per tenerlo in panchina ce l’aveva pure il tanto bistrattato De Boer. Candreva non riesce a fare quello che fino ad ora, nonostante tutto, aveva fatto con una certa costanza: cross manco a pagarli. Piuttosto rischia la squalifica da prova tv, ma poco importa ormai.

Icardi – Ancora una volta è lui, piaccia o non piaccia, a fare la differenza. Peccato che non serva a granchè. Abbandonato a se stesso là davanti si danna, ma per lo più corre a vuoto. Negli schemi dell’olandese sembrava più integrato al resto della squadra, ma qui stendiamo un velo pietoso e pensiamo al futuro.

De Boer – Come avevamo presagito dopo la partita con la Sampdoria, l’esonero è arrivato nel peggiore dei modi, al momento sbagliato e senza ne capo ne coda. Se ci fosse stato lui, la società nerazzurra si sarebbe risparmiata una figuraccia epocale. Esonerarlo prima di questa gara è stato solo uno sgarbo gratuito e, come si è visto, inutile. Al di là dei suoi errori tecnici, mandarlo via è risultato più sgradevole che altro e senza un sostituto pronto, più un gesto fatto a casaccio che una scelta ponderata. Del resto il giorno prima gli si era rinnovata fiducia a oltranza…. I giocatori sono sempre lì e certo manco un moto di orgoglio li ha smossi e la rosa dei nomi tra i quali scegliere il futuro tecnico interista non da certo maggiori speranze di quante se ne potessero avere nell’aspettare miglioramenti sotto la guida del tecnico olandese. Umanamente dispiace molto per lui anche perchè paga il meno colpevole e forse quello che più di tutti aveva preso coscienza della storia nerazzurra e dell’orgoglio di difenderla. La sensazione al momento è che lo rimpiangeremo, visti anche i giocatori e il loro rendimento. Uno che li prendeva a calci nel sedere, una volta tanto, magari ne avrebbe saputo tirar fuori il lato migliore… col tempo. Purtroppo il calcio è anche questo e allora non resta che sperare che il suo successore sappia fare i miracoli. Come del resto da anni diciamo per l’allenatore che va e per quello che viene…

Ora c’è solo da sperare che il futuro allenatore non sia un’altra operazione di marketing, ma qualcuno in grado di dare una sterzata a questa situazione, di giorno in giorno sempre più preoccupante. Altro che sogni di gloria, qui si rischia di lottare per la retrocessione. Ed è bene che i proprietari ne prendano atto, prima di combinarne un’altra…

 

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