Juventus-Inter 1-0


Iniziamo dalla fine. Il giorno dopo il derby d’Italia, con i nervi ancora tesi per le polemiche arbitrali, arriva la stangata del giudice sportivo: due giornate di squalifica per Icardi e Perisic. Si chiude così, in malo modo, una gara sportivamente parlando molto piacevole da vedere, ben giocata da entrambe le squadre, con gli ospiti spesso superiori ai padroni di casa, sporcata da un arbitraggio non all’altezza, con tante ombre e alcune certezze. Almeno due i rigori che mancano all’appello, chiari, evidenti, negati in campo e persino nel dopo gara, di fronte a immagini chiare. Le polemiche scoppiano subito, in primis è proprio Pioli a mettere i puntini sulle i e a lamentarsi; la gara passa quasi in secondo piano, i tre punti persi bruciano.

Eppure, al netto degli errori arbitrali, l’Inter ha giocato una bella partita, migliore di quella con la Lazio; ha dominato per larga parte del primo tempo e non è mai venuta meno per tutta la gara. Ha rischiato, ha subito i contropiede bianconeri, Handanovic è stato chiamato a fare almeno due/tre interventi importanti, c’è stata anche una traversa di Dybala a far tremare gli animi, ma più di tutto forse, è stato il nervosismo crescente verso l’arbitro a far declinare la gara a favore della capolista che, dal canto suo, è riuscita a rompere gli equilibri, a fine primo tempo, nel momento migliore dei nerazzurri, solo con un bellissimo, fortunatissimo, gol di Cuadrado che, tra l’altro, non segnava dall’aprile scorso.

Sorvolando su rigori dati/non dati, se colpa c’è stata nelle fila dell’Inter è stata proprio quella di cedere sui nervi, perdendo nel momento peggiore il mordente e la concentrazione sul calcio giocato e permettendo dunque che il secondo tempo calasse di tono agonistico e diventasse tutto più confuso. Questa forse la colpa più grande. D’altro canto fin dall’inizio Allegri ha scelto di difendersi e ripartire in contropiede con quattro giocatori di primissimo livello lì davanti, puntando chiaramente a una vittoria da ottenere con calma, per sfinimento diciamo. Pioli ha invece ribattuto con un gioco corale, di squadra, che per lunghi tratti ha avuto la meglio per possesso palla e mole di gioco, ma che, purtroppo, non ha avuto fortuna sotto porta, nonostante le occasioni e che col passare dei minuti, nel secondo tempo, ha cominciato a perdere colpi per stanchezza fisica e mentale.

Eppure, al netto degli errori arbitrali, l’Inter ha giocato una bella partita, migliore di quella con la Lazio

Associare le due sconfitte subite dai nerazzurri in questa settimana verrebbe dunque quasi istantaneo, ma sarebbe sbagliato: gli errori fatti in coppa non sono stati ripetuti anche se sul gol di Cuadrado non sono state rispettate le consegne e gli si è lasciato campo per tirare, mentre le cose buone viste contro i biancocelesti sono state confermate.

In sostanza, nonostante le due sconfitte consecutive, l’Inter ha dimostrato di essere una squadra in continua crescita, diversa da quella vista negli ultimi anni per qualità e prospettive, in grado di lavorare e migliorarsi sugli errori e, soprattutto, con le carte in regola per poter, con un certo ritardo, purtroppo, ritornare in lotta per il terzo posto. A fronte di tutto questo, è chiaro che sviste arbitrali, errori e accanimenti vari persino post partita, non aiutino a recuperare, ma sembrino più tentativi per far affondare.

Al netto comunque delle polemiche, la partita con la capolista ha messo in luce quindi che l’Inter è a livello delle migliori della classe, finalmente; che il lavoro di Pioli e la disponibilità dei giocatori sta pagando; che per fermarci devono inventarsi un pò di tutto; che per continuare a vincere si deve dare ancora di più, segnare di più, creare ancora più occasioni da gol. Quest’ultimo punto è forse quello su cui l’ottimo Pioli deve insistere ancora.

Dulcis in fundo, lasciamo perdere le polemiche arbitrali. Bisogna semplicemente essere più forti e fare un gol in più dell’avversario, in modo che la prossima volta si possa parlare degli errori col sorriso, con i tre punti comunque in tasca. E’ così che abbiamo vinto tutto.

 

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