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Inter-Sampdoria 3-1

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Sotto gli occhi di quello che un tempo avrebbero chiamato parterre de roi, veri e propri pezzi da novanta della storia nerazzurra, l’undici di Mancini, dopo una settimana di silenzio stampa e di ritiro anticipato, tentennando, riesce alla fine a tirare fuori gli attributi, come richiesto dalla Curva Nord e ad avere la meglio di una buona Sampdoria, seppur mal messa in classifica. Si consolida così il quinto posto, a -4 dalla Fiorentina (terza) e si può riprendere fiato dopo un po’ di burrasca. Mourino in tribuna al fianco di Capitan Zanetti, resterà un’altra immagine da conservare con affetto: dopo che lo Special One ci aveva salutato da Madrid, rivederlo nella S. Siro nerazzurra non poteva che scatenare l’entusiasmo dei tifosi. Vincere, con l’obbligo della vittoria, sotto il suo sguardo, si spera abbia infuso un po’ di coraggio e di amor proprio nei giocatori interisti che in quest’ultimo periodo avevano (hanno?) perso molta fiducia in sè stessi. La contemporanea presenza di Ronaldo non ha invece suscitato lo stesso entusiasmo, comprensibile per chi ha tanto amato e si è visto tradito in quel tempo che fu anche se ormai di acqua sotto i ponti ne è passata e forse l’indifferenza gli avrebbe fatto più impressione. E’ stata certamente un’occasione per far riaffiorare alla mente anche bellissimi ricordi di un periodo combattuto, vincente, fatto da protagonisti di grande livello e spessore, offuscato dalle note vicende di calciopoli.

Contro la Sampdoria Mancini schiera una formazione sulla carta molto aggressiva, con D’Ambrosio al posto dello squalificato Telles e Biabiany e Perisic esterni di un centrocampo a quattro con Felipe Melo e Brozovic al centro. Davanti Eder e Icardi. La squadra parte timida e molle, le gambe tremano, le aspettative sono tante: al di là degli ospiti d’onore in tribuna, ci sono da conquistare tre punti preziosi per restare legati al treno della Champions e c’è da centrare una vittoria e una prestazione che cancellino l’ennesima figuraccia fatta non più tardi di una settimana fa. I blucerchiati non sono certo venuti a fare da sparring partner. Ad aprire le danze al ventitreesimo è D’Ambrosio che si fa trovare pronto su calcio d’angolo, proprio quando sembrava che l’Inter potesse sbriciolarsi per l’ennesima volta: finalmente si segna anche su calcio da fermo. Il gol galvanizza i padroni di casa e inizia un’altra gara. La Samp non molla, ma deve guardarsi da un Biabiany che sempre più spesso riesce a sfuggire alle marcature e a prendere velocità. L’arbitro, altro pessimo arbitraggio nei novanta minuti, non vede un fallo di mano da rigore di D’Ambrosio, ma non ha dubbi nell’ammonire alla prima occasione Brozovic che, diffidato, salterà il derby d’Italia. Da registrare, per restare all’arbitraggio, due fuorigioco fischiati inesistenti all’attacco nerazzurro. Nella ripresa la Sampdoria continua a impensierire i nerazzurri, ma il gol di Miranda diventa un macigno difficile da digerire. Al 73′ il gol del… contrappasso: dopo averne presi diversi per lo stesso errore, quando Ranocchia vestiva la nostra maglia, questa volta è Icardi ad approfittarne, a parti invertite dunque e involarsi verso Viviano. Il difensore perde palla ingenuamente e l’argentino segna il terzo gol che chiude la gara. Allo scadere, ormai rilassati, i nerazzurri concedono il gol della bandiera a Quagliarella.

L’Inter ha vinto, ma non ha convinto. L’impressione è quella di un malato convalescente che è riuscito in un qualcosa che a tratti poteva sembrare quasi impossibile: i doriani non hanno mai smesso di impensierire i nerazzurri e quest’ultimi non hanno mai smesso di apparire titubanti, incerti e vulnerabili, se non quando il risultato sembrava acquisito. La vittoria è servita a recuperare fiducia (?), morale (?), soprattutto punti, visto che le avversarie continuano a correre senza intoppi. Quanto valga in termini assoluti e di ripresa generale, lo scopriremo contro gli avversari di sempre. La sfida contro i bianconeri non varrà traguardi prestigiosi, ma resta comunque un momento topico del campionato: dopo le scoppole prese in Coppa Italia si auspica almeno una prestazione più decorosa e un risultato più onorevole, sperando magari anche in un po’ di fortuna. A noi i punti ora servono assolutamente, al di là delle belle chiacchiere.

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