Ultima di campionato a S. Siro, ennesima partita dalla doppia faccia, per una volta finita bene. Non è la vittoria a restare impressa nella memoria, ma la prestazione ancora una volta di scarso valore. A fine gara saranno diversi i calciatori in polemica ai microfoni delle televisioni, da Handanovic, giustamente insoddisfatto per la mancata qualificazione Champions, a Jovetic, ingiustamente risentito per i fischi piovuti dagli spalti dopo una stagione per nulla da ricordare. La vittoria contro i toscani ha almeno il pregio di assicurare definitivamente il quarto posto e dunque il ritorno in Europa dopo un anno di stop. Questo, paradossalmente, non agevolerà il cammino della prossima annata, specie se la squadra non troverà gioco, personalità e gol, ma quanto meno riporta prestigio e soldi.

Succede tutto nel primo tempo. L’Inter parte forte, ma l’Empoli non è certo uno sparring partner. Il vantaggio arriva con il gol di Icardi su cross di Perisic (’12), i migliori della giornata, non a caso entrambi a segno. Dopo il gol la partita diventa vivace con occasioni da ambo le parti, ma i nerazzurri si rilassano troppo e subiscono il pari dopo una dormita generale. Sul finale di tempo Jovetic prova il tiro, Perisic insacca su respinta maldestra del portiere (’40). Nel secondo tempo è quasi tutto Empoli. La gara si fa noiosa, i toscani prendono le misure ai nerazzurri e sfiorano il pareggio sul finale. Giampaolo fa della tattica la sua arma in più contro una squadra che appare palesemente bloccata sulle gambe e nella testa, con le solite difficoltà a finalizzare e la scarsa capacità di adattarsi all’avversario. Negli ultimi minuti si stira anche Icardi che chiude così, in anticipo di una partita, la sua stagione: a Sassuolo non ci sarà.

Si è detto tutto e il contrario di tutto quest’anno sulla Beneamata e la gara contro l’Empoli ha confermato un po’ tutto, nel bene e nel male. Un amaro quarto posto, senza infamia e senza lode, certifica così il campionato interista: mediocremente buono. Se l’anno scorso, a fine campionato, le aspettative erano alte perchè Mancini poteva partire dall’inizio (precampionato), non c’erano le coppe e i giocatori presi o che sarebbero stati presi, dovevano dare la svolta, la prossima estate potrebbe non essere altrettanto ricca di entusiasmi, salvo l’acquisto di qualche pezzo da novanta o l’eventuale cambio di allenatore. Ad oggi è difficile anche stabilire quale sarebbe la scelta migliore, fatto salvo che Mancini ha comunque fatto un mezzo miracolo arrivando quarto dopo, non dimentichiamolo, aver comandato la classifica per quasi tutta la prima parte di stagione. Oggi la delusione è forte forse anche per le occasioni, troppe volte sprecate, che ci avrebbero potuto portare altrove e per quei limiti, evidenti e irrisolti.

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