Sampdoria-Inter 1-0

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Sconfitta meritata, ancora una volta e siamo punto e a capo, ancora una volta. I padroni di casa fanno per lo più quello che vogliono e i nerazzurri solo a tratti si svegliano da un inspiegabile torpore, cercando prima la vittoria e poi il pareggio, ma con scarsi risultati. Come al solito non è perdere il problema, ma il modo in cui si perde e, ancora una volta, è stato il peggiore dei modi possibili. De Boer ha parlato di orgoglio Inter: urge corso di formazione in merito per i giocatori.

Nel primo tempo la partita è stata in buona parte in mano ai blucerchiati. Quando, nella seconda parte, i nerazzurri prendono il pallino in mano sembrerebbe crearsi un equilibrio tra le due formazioni, poi però arriva il gol di Quagliarella e si va negli spogliatoi sotto di un gol e col morale a terra. Per l’ennesima volta l’Inter passa in svantaggio ed è costretta a inseguire. Nella ripresa partono di nuovo forte i padroni di casa, poi l’Inter prova a forzare e a riacciuffare la partita, ma tra errori banali, un’imprecisione imbarazzante e l’inspiegabile immobilità di alcuni giocatori, la partita scema verso l’inesorabile sconfitta. De Boer prova a dare più energie in attacco sostituendo Eder e Candreva con Palacio e Perisic, troppo tardi forse e ammesso che fossero quelli i cambi necessari, ma è il centrocampo a risultare praticamente inesistente e dunque a nulla servono le manovre dalla panchina.

Finita la partita si torna a parlare inevitabilmente dell’esonero di De Boer. L’olandese ha mostrato i muscoli, ha parlato chiaro delle responsabilità dei giocatori e pur non essendo esente anche lui da responsabilità, continua ad essere difficile pensare che sostituirlo sia la soluzione di tutti i mali. Si diceva in un recente passato che la colpa fosse di Mancini e se ne elencavano gli errori, ora si dice che la colpa è, ancora una volta dell’allenatore. Può darsi, ma il dubbio resta: cambia il direttore d’orchestra, ma non la musica. A questo punto è lecito pensare che forse gli orchestrali non sappiano suonare a prescindere da chi li diriga. Certo è che di questo passo, con l’inasprirsi dei rapporti tra allenatore e giocatori, lo spogliatoio diventi una polveriera e data la scarsa professionalità già dimostrata in campo, non meraviglierebbe un poco velato boicottaggio del mister da parte della squadra. Insomma, la resa dei conti è vicina. Intanto la società meno di due giorni fa aveva confermato fiducia nell’allenatore e compattezza di intenti. L’eventuale, possibile, esonero andrebbe a confermare soprattutto una cosa: l’inadeguatezza della società a gestire una situazione calda e tutte le sfaccettature del caso. Non ci si meravigli se a fronte di tutto ciò qualche dubbio sulle scelte operate dalla società da giugno ad oggi possa venire e che si tenda a pensare che la situazione attuale sia forse, per lo più…, figlia di errori più o meno grossolani: amichevoli promozionali in giro per il mondo a scapito della preparazione, il cambio allenatore a due settimane dall’inizio del campionato, un mercato fatto un pò a casaccio per conseguenza e non ultima, la scelta in extremis di un allenatore che andava eventualmente preso prima del ritiro estivo, per dargli almeno la possibilità di ambientarsi e quant’altro. Oggi si spara sulla croce rossa attribuendo al solo allenatore tutte le colpe. Contro la Sampdoria e non solo…, si sono viste scene da campionati dilettanti e in campo, ricordiamolo ai più, giustamente arrabbiati, scendono i giocatori.

Icardi – Purtroppo per lui arrivano poche palle precise, nonostante gli innumerevoli cross. Quando arrivano sbaglia clamorosamente. Se la squadra non gira, è facile che anche lui fatichi a concretizzare e di certo non si può dipendere solo ed esclusivamente dalla sua precisione, specie ora che è chiamato a giocare su tutto il fronte d’attacco e a pressare in fase difensiva.

Candreva – Cross tanti, ma quasi mai precisi. Peccato. Peccato anche per la fase difensiva.

Eder – In forma sicuramente più di tanti suoi compagni, non meraviglia che De Boer lo preferisca a Perisic. Si danna in attacco e in difesa, ma raramente va al tiro e quando lo fa, meglio dimenticare. Su tutte le furie per il cambio, arrivato per altro anche troppo tardi, dimentica di non essere un uomo bionico e che le energie vanno centellinate.

Joao Mario – Spesso qui osannato come uno, se non il, migliore degli acquisti di quest’anno, stavolta è forse il peggiore in campo. Malissimo nella fase difensiva, quando perde palla resta fermo. Più che un mediano di spinta, una sagoma da allenamento.

Handanovic – Se domani mattina chiedesse la cessione immediata non meravigliatevi.

Ansaldi – Troppa esuberanza. Ogni passaggio diventa un tiro. Precisione spesso pari a zero per conseguenza. Ci sono margini di miglioramento, ma il periodo non è dei migliori per aspettarli con calma.

Santon – Bersaglio di ogni tipo di critica, da quelle giuste a quelle ingiustificabili, non è un fulmine di guerra, ma nemmeno una bella statuina come molti dei suoi compagni.

Brozovic – In un centrocampo inguardabile, è l’unico a cercare in fase d’attacco il gol e in fase difensiva di fare la sua parte. Chissà dove sono finiti quei piedi capaci di segnare gol a effetto come l’anno scorso.

Banega – Qualcuno lo ha visto? Quello sceso in campo era sicuramente la controfigura. Doveste vederlo, ditegli di tornare in fretta perchè quello visto contro la Samp poteva tranquillamente lasciare il posto a un giovane della primavera e senza rimpianti.

A conti fatti e in poche parole, un’altra partita da dimenticare. Allegria gente, allegria….

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