Primo Piano

Ernesto Pellegrini e quel “Forza Inter” scritto da Silvio Berlusconi

Leggi l'articolo completo

A due giorni dal suo 80esimo compleanno, l’ex presidente dell’Inter Ernesto Pellegrini si racconta alla Gazzetta dello Sport. Parla dell’Inter, da quella dei suoi anni a quella dei giorni nostri.

I favolosi anni ottanta

Quanta parte ha avuto l’Inter in questi 80 anni?
“Esattamente la metà. Sono stato cooptato nel Consiglio del compianto Presidente Ivanoe Fraizzoli nel 1980. Dopo quattro anni acquistai l’intero pacchetto azionario diventando, a 43 anni, il presidente della mia squadra del cuore”.

C’è qualcosa di cui va particolarmente orgoglioso?
“Sono stato definito “presidente gentiluomo”, ma a me piace rimarcare l’onestà”.

Qualcosa che non rifarebbe?
“La cessione di Matthäus che qualche tecnico dava sul viale del tramonto, mentre giocò ancora 4-5 anni ad altissimi livelli. Mi è rimasto nel cuore”.

Quel Forza Inter di Berlusconi

La sua Inter ha vinto lo scudetto un anno dopo il Milan di Berlusconi: che rapporti aveva con l’ex presidente rossonero?
“Ottimi. Ricordo quando io, in difficoltà con l’Inter e lui, presidente del Consiglio, mi scrisse una lettera di suo pugno che recitava: “Caro Ernesto, quanti travagli per tutti! Andiamo avanti con coraggio, alla fine chi ha cuore vince! Un abbraccio affettuoso e… forza Inter”.

Il presidente Steven Zhang ha dieci anni meno di sua figlia: qual è il suo consiglio?
“Non ho consigli da dare perché ritengo Steven un presidente serio, preparato e con grande entusiasmo”.

L’Inter in Champions ha fatto peggio dell’anno scorso: quante colpe ha Conte?
“È un grande allenatore. Mi permetto, con l’esperienza dei miei 80 anni, di dargli un consiglio: portare nello spogliatoio serenità, entusiasmo e tanti sorrisi. Le racconto un aneddoto. Guglielmo, mio nipote che ha 4 anni e mezzo, ascoltando un dialogo di lavoro tra me e mia figlia su una gara non vinta un giorno esclamò: “Nonno, chiudi gli occhi, fai un respiro e sorridi. Vincerai tutte le gare!”.

Da Bergkamp a Eriksen

Lei puntava su Bergkamp che non sfondò: trova analogie con le difficoltà di Eriksen?
“No, non conosco le sue difficoltà ma so che Bergkamp era un campione che ci ha fatto vincere una Coppa Uefa e divenne poi il miglior giocatore del campionato inglese”

Lukaku, invece, ha sfondato subito: le ricorda qualche grande del passato?
“No, Lukaku è Lukaku, un giocatore unico. Grintoso, tecnicamente preparato, con uno spiccato senso del gol. Poi dopo ogni rete guarda in cielo e si fa sempre il segno della croce. Mi piace tantissimo”.

Domani l’Inter torna in campo a Cagliari: senza impegni europei ha più possibilità di vincere lo Scudetto?
“Penso di sì. In fondo anche la mia Inter dopo una vittoria in Germania, a Monaco, fu eliminata in coppa a San Siro ma poi vinse lo Scudetto. Speriamo, quindi, che la storia si ripeta”.

Quale giocatore della sua Inter vorrebbe regalare a Conte per lo scudetto?
“Non ho dubbi: Matthäus”.

Da Matthaus a Mbappè ed un futuro sempre nerazzurro

Da milanese, se l’Inter non ce la facesse, meglio lo scudetto al Milan che alla Juventus?
“Faccio un “in bocca al lupo” al Milan dell’amico Scaroni e alla Juventus. La società binconera mi permise di incominciare la mia carriera da dirigente sportivo con l’acquisto di Villar Perosa. Ma tifo soltanto Inter”.

Anni fa sognava CR7 all’Inter: oggi quale campione vorrebbe vedere in nerazzurro?
“Messi è fin troppo facile, a me piace molto anche Mbappé”.

Lei è stato l’ultimo che ha ceduto a un italiano, Moratti ha poi ceduto a Thohir: un domani rivedremo all’Inter un presidente italiano?
“Mio nipote Guglielmo è nato il 9 marzo, giorno della fondazione dell’Inter. Non sarà mica un segno del destino?”.

Leggi l'articolo completo
Published by
La Redazione