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Maifredi: “L’Inter di Conte? Se non vince lo Scudetto è perché lo regala”

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Dal miracolo Bologna, alla sfortunata parentesi sulla panchina della Juventus.
Gigi Maifredi, 73 anni, parla di calcio e di Inter in un’intervista a Leggo.it.

Mister, la intriga il calcio di oggi?
«Nel futuro prossimo le antiche concezioni di ruolo come, ad esempio, quella del difensore, verranno completamente stravolte. Quando vidi Rijkaard giocare dietro rimasi impressionato. Un centrocampista, adattato al ruolo di centrale, ti regala prospettive e molteplici possibilità. Ora, tutti tendono a far iniziare l’azione dal portiere, una giocata molto rischiosa che va contro ogni logica. Prima di arrivare a metà campo devi fare circa 10 passaggi e riuscirci non è così semplice, la possibilità di sbagliare e prendere gol sono alte».

L’Inter, squadra pragmatica, perciò è la favorita per il titolo?
«Se non vince lo Scudetto è perché lo regala, come accaduto la scorsa stagione: contro una Juve che non era stratosferica, infatti, avevano l’obbligo di conquistarlo. Invece di monetizzare qualcosa in più di quello che hanno fatto, si sono lasciati mettere sotto».

Basta che continui a girare Barella. Concorda?
«Barella è fortissimo e destinato a un futuro da top mondiale».

La Juventus, invece, dove la collochiamo?
«Un club che vince 9 anni consecutivamente il titolo, chiaramente ha un vantaggio. Scegliendo Pirlo, inesperto come allenatore, comunque, hanno deciso di mettersi al pari degli altri. Andrea da calciatore, nel suo ruolo, è stato il migliore di sempre, ma la panchina è una cosa differente. Certo, la società lo ha tutelato mettendogli a disposizione dei sotto comandanti, e mi riferisco al trio Buffon-Chiellini-Bonucci, che mirano tutti a fare i dirigenti, tuttavia penso che a Torino avrebbero voluto prendere Pep Guardiola senza, però, riuscirci».

Si sente un rivoluzionario?
«Non per incensarmi, ma sul finire degli anni ’80 assieme a Zeman siamo stati i precursori a vincere in una certa maniera. Antecedentemente a Sacchi che, a Parma, prima di approdare al Milan e vincere tutto in modo fantastico, giocava con la difesa a 5. Fu Berlusconi a imporre la linea a 4».

Dal Milan di Sacchi alla Juventus di Maifredi. Che cosa non funzionò in bianconero?
«L’ambiente sembrava non voler vedere le difficoltà del nuovo calcio che avrei proposto. Se avessimo preso un giocatore d’esperienza in mezzo al campo avremmo potuto vincere il titolo, nonostante la nostra squadra fosse stata costruita per farlo nell’arco di un paio di stagioni. Andai via perché non potevo mantenere delle aspettative sconsiderate».

La Nazionale di Mancini potrà vincere Euro 2021?
«Siamo una delle candidate al successo. Roberto, oltre a essere molto bravo è fortunato: ci sono delle eccellenze mondiali che non vedevamo da una 15ina d’anni. Una nuova generazione di grandi calciatori».

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La Redazione