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Ma ad Appiano chi comanda? Inzaghi avrà pure le sue colpe ma è un uomo solo (e non è neanche aiutato)

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Ma ad Appiano chi comanda? Quali sono le regole? Sono le domande che si pongono tanti tifosi interisti.
“Inzaghi sembra un allenatore afflitto dalla paura di scegliere – scrive calciomercato.com –. Un po’ perché solo, un po’ perché succube. Non ha avuto la forza di imporsi, non è stato neanche aiutato. E adesso lo spogliatoio avanza pretese, non accetta ordini. Tutto è un compromesso e come al piccolo chimico, ogni elemento è pesato con il bilancino, al fine di tenere tutti buoni e non scontentare nessuno. Per tutti si intende quelli dalla spiccata personalità, perché invece Asllani, giovanissimo e ultimo arrivato, può serenamente marcire in panchina. L’importante è non scontrarsi con i vari Dzeko, Brozovic, Handanovic e compagnia cantante”.
I giocatori a rapporto dagli ultras della Curva subito dopo il tonfo di La Spezia non è stata una bella pagina di sport. Non era il caso che il club manager Riccardo Ferri prendesse la situazione di petto? Inoltre, a fine partita bocche cucite, a parlare davanti alle tv solo Simone Inzaghi. In un momento così difficile la società dov’era? Anzi, dov’è?

Inzaghi, quarti di Champions o esonero: il futuro dipende dal Porto

La Gazzetta dello Sport ha iniziato a presentare la sfida di ritorno dei quarti di Champions tra Inter e Porto come quella decisiva anche e soprattutto per il futuro di Inzaghi. Stando alla rosea, un’eliminazione porterebbe all’esonero.

Il futuro di Inzaghi

“Serve chiudere alla grande il campionato, confermarsi seconda forza del torneo e magari riuscire a rosicchiare più punti possibile al Napoli. Ma serve anche un’avventura emozionante in Champions, che non può prescindere dall’accesso ai quarti di finale. Il presidente Zhang lo ha messo come obiettivo primario: vuole tornare nel G8 d’Europa, riportare l’Inter nell’élite del calcio che conta e rendere il marchio Inter ancora più appetibile e affascinante agli occhi del mondo. Per farlo, servono i risultati sportivi. E senza lo scudetto, non c’è altra via della crescita internazionale”.

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La Redazione