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Ci attendono tre mesi di emozioni da vivere. Avanti tutta al fianco di società, mister e giocatori

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E così ci siamo, è stata dura, ma siamo tornati in quello che dovrebbe essere il nostro habitat naturale, nell’aristocrazia del calcio europeo. Dopo dodici anni di tribolazioni, sofferenze, organici improbabili, un fair paly finanziario al limite del ricatto da parte dell’UEFA, eccoci qui, tra le migliori 8 squadre del continente. Siamo ancora vivi e vegeti ed ora andremo a divertirci, con la mente sgombra e la voglia di stupire.

Vedremo venerdi cosa ci riserverà l’urna di Nyon, ma come si dice…comunque vada sarà un successo. Squadra, allenatore e società, hanno assolto in pieno il loro compito, lasciando con un palmo di naso i soliti tuttologi della mutua, già pronti a scagliarsi contro tutto e tutti. Avevano già belle e pronte le pagelle, sicuri della loro infallibilità, pronti a feroci critiche che in breve sarebbero diventati dei veri e propri insulti. A tutti costoro è andata male. Hanno dovuto ingoiare il rospo che sicuramente sarà andato anche di traverso. Beh…peggio per loro, evidentemente ancora non ci conoscono.

Dall’ira alla gioia in 90 minuti

Nel momento della gioia e della soddisfazione non va dimenticato però che a questi profeti di sventura, sempre concentrati sull’Inter e sempre pronti a sputare veleno, si siano accodati tanti fans nerazzurri. Nei giorni scorsi i social sono stati inondati da fiumi di improperi che società, calciatori e staff tecnico, non meritano nella maniera più assoluta.
Dopo il pari al “ Do Dragao” noto con piacere che molti hanno già dimenticato tutto ciò che affermavano con nettezza fino a ieri pomeriggio. Sono passati dall’ira funesta alla massima goduria nel giro di un’ora e mezza. Che dire! Beati loro che riescono così repentinamente ad adeguarsi, per quanto mi riguarda non ne sono capace e faccio fatica a capirli. Altri si stanno sperticando in lodi quasi ridicole, visti gli insulti precedenti, paragonando il pari di ieri sera alla storica serata di Barcellona nel 2010. Avanza l’assioma Inzaghi come Mourinho. Insomma non ci sono mezze misure: fino a ieri il mister era un somaro da prendere a pedate nel sedere, oggi è un fenomeno paragonabile a chi ha vinto come pochi sul palcoscenico europeo.

Che dire di Inzaghi?

A mio avviso Simone Inzaghi è un bravo e ancor giovane allenatore, che merita il massimo rispetto. Sta crescendo giorno per giorno, sta maturando e dimostra di avere delle qualità. In primis un feeling non indifferente con le Coppe, visto che tra Lazio e Inter ne ha già vinte diverse. Inoltre ha capacità di gestione e sa come adeguarsi alle situazioni contingenti. Ormai sappiamo che non è uno di quelli che sta sempre li, pronto a sparare sulla società che non gli porta i giocatori che desidera. Ma anzi al contrario, fa di necessità virtù, rimpiazzando al meglio elementi fondamentali che per necessità di bilancio o “scelte di vita” se ne vanno. Troppo aziendalista? Può anche darsi, ma è un difetto? Lui rema dalla stessa parte della società e tutti insieme, nonostante le difficoltà, fanno aumentare il valore della rosa a disposizione. Non credo che a Zhang, Marotta e Antonello questo dispiaccia. Alla fine non dovrebbe spiacere nemmeno a noi, che in questi ultimi due anni siamo rimasti ad alto livello in campionato, abbiamo vinto tre Coppe e siamo tornati nell’aristocrazia del calcio europeo.

Si poteva fare di più e meglio?

Forse sì, ma poteva andare anche molto peggio. Iniziamo una volta tanto a vedere il bicchiere mezzo pieno. Dall’avvento della famiglia Zhang siamo tornati a crescere, come società e come squadra. Nonostante le innegabili difficoltà e sorvolando sugli insulti e le offese che molti riservano alla proprietà, i dati lo dimostrano. Nelle ultime due stagioni il trend e sempre quello, anzi si è addirittura rafforzato, visto il netto miglioramento in Europa. Abbiamo dei problemi da risolvere, ma la dirigenza è di qualità e saprà affrontarli al meglio, noi dovremmo provare ad essere più razionali, cercando di non cadere continuamente nelle provocazioni.

Per questo finale di stagione che si prospetta avvincente, proporrei a tutti di non sciupare energie ad insultare il mister, la società e qualche calciatore, lo trovo avvilente. Sarebbe sicuramente molto più divertente focalizzare l’attenzione sugli obiettivi stagionali, provando ad assaporare l’aria salubre dei piani alti del calcio europeo. Abbiamo davanti a noi ancora tre mesi di partite, emozioni, serate da vivere con passione, spingendo con il cuore e con la voce la nostra squadra. Facciamo quello che sappiamo fare meglio, incoraggiamo i nostri beniamini, facciamo sentire loro il nostro affetto e la nostra vicinanza a tutti…indistintamente. Da Lautaro a Darmian; da Ausilio a Inzaghi, da Handanovic a Bastoni, da Asllani a Bellanova…io lo farò senza riserve e senza dubbi, perché…IoTifoInter!!

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Published by
Giuliano Santucci