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Inter Campus porta pace e divertimento in Israele e Palestina: triplicati i bambini iscritti

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“La situazione qui è quella che è. La tensione oggi è al massimo. Ma è proprio nei momenti più difficili che servono progetti come il nostro”. Arturo Cohen, milanese, interista, da dieci anni vive e lavora a Gerusalemme. È attivo nel progetto Inter Campus Israele e Palestina. “Facciamo giocare insieme a calcio ragazzini israeliani e palestinesi, uniti dalla maglia nerazzurra e dalla voglia di stare insieme. Li alleniamo, li seguiamo e così facciamo in modo che si conoscano davvero”, racconta il 30enne che, dopo gli studi in Scienze politiche nella capitale israeliana, oggi lavora a diversi progetti di incontro fra israeliani e palestinesi, fra cui appunto il campo di allenamento di Inter Campus nel quartiere di Abu Tor, “strategico, perché al confine fra Gerusalemme Ovest e Gerusalemme Est”.

Le sedi del progetto Inter Campus Israele e Palestina

Il progetto Inter-Campus Israele Palestina, nato nel 2000, oggi vive grazie alla collaborazione con l’associazione Social Goal di Yasha Maknouz. Non si limita all’esperienza di Gerusalemme, dove sotto la guida di Cohen una squadra di allenatori fa giocare stabilmente una cinquantina di bambini israeliani e palestinesi. A Tel Aviv, Inter Campus promuove una squadra giovanile con settanta iscritti, che accoglie anche giovani profughi africani, e un progetto di calcio femminile per bambine afghane. A Ramallah, in Cisgiordania, ogni settimana si allenano cinquanta bambini palestinesi, per lo più provenienti da contesti sociali complicati. Qualche settimana fa è stato aperto ufficialmente un progetto a Betlemme, a pochi passi dalla Basilica della Natività, che coinvolge 120 bambini divisi in tre gruppi, in partnership con la Custodia Francescana di Terra Santa, la cui associazione di riferimento “Bambini senza confini Onlus” opera nei territori da molti anni grazie a padre Ibrahim Faltas, egiziano, vicario in Terra Santa. E la scorsa estate è stato avviato un campus estivo per 90 bambini anche a Hebron, Masafer Yata e Dura, zone dove il conflitto è particolarmente elevato.

La lezione delle madri israeliane e palestinesi

Arturo Cohen racconta di avere capito di stare davvero facendo la cosa giusta in un pomeriggio del maggio 2022. “La situazione politica in Israele e Palestina era incandescente, fra bombardamenti e lanci di razzi. Le strade di Gerusalemme erano un vulcano in eruzione. Violenza, attentati, repressione e scontri segnavano la nostra quotidianità. Come Inter Campus Gerusalemme, anziché ritirarci, decidemmo di rilanciare e organizzare una cena condivisa, per celebrare la fine digiuno del Ramadan. Non sapevamo come sarebbe andata. Poi li vedemmo arrivare: sessanta bambini con le loro famiglie, fratellini e sorelline, nonni genitori e tantissimo cibo tipico. Israeliani e palestinesi, insieme, uniti dalla voglia di fare comunità attorno alla piccola squadra di Inter Campus. Una mamma palestinese e una mamma israeliana mi si avvicinarono, mentre tutti mangiavano felici, e con sguardo orgoglioso mi dissero: Arturo, è tutto grazie al calcio e alla passione di questo progetto. Yalla Inter!”.

Lo spirito di Inter Campus

Project manager di Inter Campus Israele Palestina è Chiara Brambilla, che segue anche le attività in Italia e Polonia. “Negli ultimi due anni il numero dei bambini coinvolti nel progetto in Israele e Palestina è triplicato e le prospettive sono buone sia per quanto riguarda i numeri, sia per la qualità delle attività che proponiamo. Questo nonostante a livello locale le tensioni siano sempre presenti e le divisioni aumentino, invece che attenuarsi”. Portare il calcio e i valori di fratellanza universale in luoghi difficili è stato sin dall’inizio lo spirito con cui nel 1997 il presidente dell’Inter Massimo Moratti avviò Inter Campus, traendo ispirazione dal proclama con cui l’8 marzo 1908 Giorgio Muggiani diede vita all’Inter: “Questa notte splendida darà i colori al nostro stemma: il nero e l’azzurro sullo sfondo d’oro delle stelle. Si chiamerà Internazionale, perché noi siamo fratelli del mondo”.

Carlotta Moratti: “Per noi è fondamentale essere da entrambe le parti”

Oggi Inter Campus realizza interventi di cooperazione sociale a lungo termine, in 30 Paesi del mondo con il supporto di 200 operatori locali, utilizzando il calcio come strumento educativo per restituire ogni anno a diecimila bambine e bambini bisognosi tra i 6 e 13 anni di età il diritto al gioco. Le attività vanno molto oltre il pallone, comprendendo progetti scolastici e di aiuto alle famiglie. Carlotta Moratti, presidentessa di Inter Campus, spiega: “Per noi è importantissimo esserci dov’è bisogno. In Israele e Palestina è fondamentale per noi operare da entrambe le parti, a Tel Aviv come a Ramallah e ovviamente a Gerusalemme. Siamo arrivati addirittura a Hebron, una delle città più difficili in quello scenario. Lo possiamo fare grazie a una rete di partner locali molto motivati”. I risultati del camp estivo del 2022 a Hebron, Masafer Yata e Dura, grazie alla collaborazione con il Vis (volontariato internazionale per lo sviluppo) sono stati presentati lo scorso febbraio all’università di Betlemme.
(FONTE: ARTICOLO E FOTO DE “LA REPUBBLICA” – ARTICOLO DI FRANCO VANNI)

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La Redazione