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LA RIFLESSIONE – Insulti razzisti a Lukaku: per la Juventus un regolamento diverso. Ma non sarebbe ora di finirla?

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In merito ai fatti del finale di gara di Juventus – Inter, vogliamo fare un paio di sottolineature che ci sembrano doverose. Sono delle ovvietà, ma purtroppo anche le cose più elementari talvolta si dimenticano, ci permettiamo solo di ricordarle.

Quando ci sono degli insulti razzisti, i giocatori di casa dovrebbero andare dai loro sostenitori e provare a zittirli, dagli altoparlanti dovrebbe arrivare forte e chiara la presa di posizione della società, oltre alla lettura del regolamento stilato dalla Federazione. Se gli insulti e gli ululati non cessano l’arbitro può anche sospendere la partita. Avete visto qualcosa di tutto ciò ieri sera? Non mi pare proprio! Nel nostro mondo alla rovescia viene zittito, aggredito ed ammonito il giocatore insultato che ora rischia anche di essere squalificato. Bella roba davvero!! Una magnifica interpretazione del regolamento.

Per quanto riguarda l’esultanza, ma quale sarebbe la mancanza di rispetto verso i tifosi locali?

Lukaku è andato forse sotto la curva mettendosi la mano tra le gambe in stile “Cholo”? Al contrario! E’ rimasto fermo in area di rigore e li ha guardati in faccia. Cosa doveva fare: inginocchiarsi e chiedere umilmente scusa? Doveva farsi perdonare per aver segnato un calcio di rigore? Oppure doveva scusarsi per avere un colore della pelle diverso da quello della maggioranza dei presenti? Ognuno ha il suo modo di fare e Lukaku, anche con la sua Nazionale, festeggia con il saluto militare e il dito davanti al naso. Perché viene considerato offensivo? Allora le centinaia di linguacce che ha fatto Del Piero in tutti i campi italiani ed europei dopo ogni marcatura, erano lecite? Si è mai scandalizzato qualcuno? Eppure si è esibito sotto le curve amiche e nemiche, ma non è mai stato sanzionato.

Il salto a gambe divaricate di Cristiano Ronaldo dopo ogni marcatura, non è che venisse fatto solo a Torino e sotto la sua curva, ma ovunque. Qualcuno ha avuto mai qualcosa da ridire? Non mi sembra. L’aereoplanino di Montella lo ricordate? Non è che decollasse solamente sotto la Curva Sud dell’Olimpico, ma ovunque. Vi risulta sia finito in galera per lesa maestà? Gli esempi potrebbero essere decine, resta il fatto che fino a quando ci si muove nell’ambito della decenza e dell’educazione, ognuno è libero di manifestare la gioia nella maniera che ritiene più opportuna.

Una regola che vale per tutti, ma non per la Juventus che nel suo stadio gode probabilmente di extraterritorialità. All’Allianz non si può festeggiare e basta! Già considerano offensivo subire una rete, loro che sono i migliori e gli unti del Signore, figuriamoci l’affronto di una manifestazione di gioia. Non ce la fanno proprio, non sono abituati, sono fatti di un’altra pasta. D’altra parte 40.000 soggetti che urlano “me..a!” Ad ogni rinvio del portiere avversario, dimostrano una qualità e una classe certamente superiore a quelli della comune plebaglia.

A casa loro regna il bon ton e l’eleganza, pertanto se non stai alle regole devi uscire dal campo (con Cuadrado che ti insegue), quindi essere giustamente squalificato, ricevendo anche un ceffone di correzione (per informazioni chiedere ad Handanovic). Complimenti vivissimi!! Andiamo avanti così, continuiamo a farci ridere dietro da mezzo mondo. Le regole applichiamole al contrario. La vergogna e la decenza qualcuno le conosce?

Però anche loro hanno un cuore e, sperando di cavarsela a buon mercato (come sempre), stanno promettendo solennemente che la prossima volta, i cattivoni razzisti, non li faranno entrare. Probabilmente verranno sottoposti ad un’esame per vedere se conoscono le parolacce. Ci permettiamo di suggerire che potrebbero sostenerlo a Perugia, come quello di Suarez, così almeno sarebbero tutti promossi e, promettendo con la mano sul cuore di non farlo mai più, tornerebbero quanto prima sugli spalti. Nel nostro mondo all’incontrario la procedura deve essere questa, non c’è alternativa. Vivremo tutti più felici e contenti e loro potrebbero sempre sfoggiare quell’impunità che tanto li inorgoglisce. Un modo di fare tanto caro al compianto Alberto Sordi nel Marchese del Grillo: “Io son io! E voi non siete un c….!”.

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Published by
Giuliano Santucci