Torino-Inter 3-3

PalacioPareggio amaro a Torino. L’Inter non riesce a capitalizzare il vantaggio acquisito con le unghie e con i denti e all’ultimo minuto si fa raggiungere dal gol del giovane Bellomo. Condizionata da una scelta arbitrale quanto meno esagerata e/o discutibile, la partita mette in luce comunque il carattere e la voglia di non mollare mai della formazione interista. Dalla panchina un Mazzarri indiavolato contribuisce alla reazione dei giocatori in campo e alla fine la rabbia per la beffa (ulteriore) finale è tanta. La consapevolezza che la squadra c’è e ha voglia di dimostrarlo anche. L’assenza di Campagnaro diventa sempre più pesante, impossibile negarlo a questo punto e peccato per Kovacic che, nel suo nuovo ruolo, non ha avuto nemmeno il tempo di fare tre passaggi di seguito.

Una partita che inizia male nonostante le aspettative e la necessità di fare punti per restare vicini alle posizioni di testa. I granata partono forte, mettono subito in difficoltà un Inter dalle gambe molli e la sensazione che le cose possano andare male si intravede già dopo due minuti con un palo clamoroso di Cerci. Passano pochi minuti e al 5′ si verifica l’episodio che condizionerà tutta la partita. Cerci viene lanciato in area, Handanovic esce, ma viene anticipato. L’arbitro fischia calcio di rigore ed espelle il portierone nerazzurro (!). Una mazzata dura da digerire: significa giocare praticamente 90 minuti in 10. Mazzarri è costretto a togliere Kovacic per Carrizo e a reimpostare la squadra in campo. Carrizo entra e a freddo e  riesce a parare il tiro dal dischetto di Cerci. I successivi 20 minuti sono durissimi per la formazione ospite. Il Torino attacca cercando di approfittare sia dell’uomo in più che dello sbandamento dei nerazzurri e riesce a portarsi in vantaggio quasi subito. Alla mezz’ora i nerazzurri, riorganizzati in campo dal mister che dalla panchina suona la carica, cominciano a giocare e a spendere energie, mettendo pressione sugli avversari nonostante l’inferiorità numerica. Allo scadere, su calcio d’angolo, il portiere granata esce male e Guarin in rovesciata acciuffa il pari. Lo sforzo agonistico regala i primi frutti. Primo gol di stagione per il Guaro e primo tempo che si chiude in parità.

Il secondo tempo è ancora più scoppiettante del primo, con un Torino sbarazzino e un Inter indomita. Ne viene fuori una bella partita, nonostante le due squadre in campo non siano in parità numerica e i nerazzurri debbano quindi adeguarsi alla situazione, faccendo buon viso a cattivo gioco. I granata tornano in vantaggio al 54′ con Immobile subentrato dalla panchina, ma nemmeno il tempo di festeggiare che Palacio, migliore in campo per i nerazzurri, riagguanta il pari. Mazzarri non si accontenta, toglie Taider e inserisce Belfodil: la vittoria è l’unica opzione nelle intenzioni dell’allenatore. La squadra reagisce bene, non si sbilancia e Belfodil si rende protagonista dell’azione che porta al vantaggio, per certi versi clamoroso, dell’Inter. Cross in area rasoterra e a Palacio non resta che buttarla dentro. L’Inter è a un passo dalla meritata impresa. Allo scadere viene fischiata una punizione  per il Torino, sulla palla va Bellomo che calcia direttamente a porta. La palla prende una traiettoria imprevedibile e finisce direttamente là dove Carrizo non può arrivare. E’ il 91′ e ormai non c’è più tempo. I granata escono soddisfatti per aver evitato l’ennesima beffa e i nerazzurri arrabbiatissimi per aver visto sfumare i tre punti a fronte di una grandissima prova di orgoglio. Distanza dalle posizioni Champions a -4. Non è tanto, ma è chiaro che ora sbagliare ancora potrebbe diventare, soprattutto dal punto di vista psicologico, una bella gatta da pelare per Mazzarri e i suoi ragazzi. Nulla è perduto, ma ora bisogna vincere la prossima.

 

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