Sassuolo-Inter 0-1

Seconda vittoria consecutiva e per di più fuori dalla roccaforte S. Siro. Un gioco certo non spumeggiante, ma concreto e tatticamente abbastanza solido. Non ineccepibile ne spettacolare, ma concreta e spietata: questa l’Inter di Pioli al momento. Non staremo qui ad incensarla, ma si può parlare di primi veri passi verso un miglioramento reale, definitivo. Se poi saremo sconfessati già domenica prossima non ve ne abbiate, siam qui a far parlare il cuore e la speranza di ritornare presto una realtà bella e vincente della serie A è sempre viva.

Il primo tempo si chiude sullo zero a zero. Poco spettacolare, poche occasioni da entrambe le parti, un palo per i nerazzurri. Nel secondo tempo arriva il gol di Candreva, su respinta della difesa romagnola, a premiare quello che forse è stato il migliore in campo. Dopo il gol l’Inter non arretra, non frana sotto i colpi avversari, sbanda, ma non cade. In sostanza finalmente i nerazzurri riescono a mantenere il vantaggio, non subire gol e chiudere con tre, importantissimi, punti e tutto questo in trasferta. Sembrano cose semplici per squadre di alta classifica, ma quest’anno ancora dovevamo arrivare a ottenere tutto questo in un colpo solo. Si chiude in dieci, per l’espulsione, l’ennesima, di Felipe Melo, questa volta per doppia ammonizione, ma senza che abbia sbroccato in malo modo come suo solito. Evitabile. A fine gara, letteralmente, esordio per il misterioso Gabriel Barbosa, al secolo Gabigol. Suoi i quattro minuti di recupero, giusto in tempo per un paio di scatti e un cartellino giallo. Il mistero resta, la speranza è di rivederlo più tempo in campo per poterci capire qualcosa. A stretto giro arriva la Lazio, prima della sosta natalizia: per Pioli e Candreva l’occasione per fare un piccolo sgarbo agli ex compagni di squadra, presidente compreso e contemporaneamente arrivare a quota trenta con l’Inter, consolidando almeno il settimo posto.

Pioli – Il suo lavoro è sempre più visibile e i risultati si vedono. Gli esterni lavorano bene e il centrocampo riesce a dare più copertura. Non segna più solo Icardi, anzi lui non segna proprio più, ma in area aumentano le presenze in maglia nerazzurra. La difesa continua a sbandare, ma regge gli urti avversari. Il Sassuolo in formazione rimaneggiata certo non da la giusta misura, ma è pur sempre un test importante. Speriamo nelle scosse, positive, di assestamento. Avanti così.

Candreva – E’ quello che ci ha guadagnato di più dall’arrivo di Pioli. Sulla fascia sembra indemoniato e segna tanto. Contro il Sassuolo si carica l’Inter sulle spalle e in avanti è il più concreto.

Perisic – Attivo, ma perde sempre un tempo di gioco. Sbaglia ripetutamente sotto porta e si mangia gol già fatti. Di sicuro non è la sua migliore prestazione, ma è comunque un buon segnale che abbia più chance in una partita.

Felipe Melo – Odiato e/o bistrattato, amato o tollerato, davanti alla difesa si rivela spesso prezioso. Non deborda ne tatticamente ne mentalmente e si mette a servizio della squadra. Tanto cuore e muscoli per la causa nerazzurra. Non è candidabile al Pallone d’Oro, ma va apprezzato il suo impegno. Contro la Lazio si sentirà la sua mancanza.

D’Ambrosio – Partita di alto livello, non si fa mai superare. In crescita, la cura Pioli su di lui sta facendo grande effetto.

Ansaldi – Insieme a D’Ambrosio, i terzini designati da Pioli per coprire i ruoli di esterni. Come D’Ambrosio, appare in piena crescita. Non è un fulmine di guerra, ma raramente gli avversari riescono a prenderlo in contropiede.

Icardi – Non segna più, ma in campo lavora tanto per i compagni. Spesso pivot più o meno consapevole, riceve pochi palloni per tirare in porta, ma ne gira tanti ai compagni. Tornasse al gol, si potrebbe cominciare a parlare seriamente di ripresa.

Joao Mario – Forse ha trovato finalmente la sua posizione. E si vede. Sostanza e precisione, contro il Sassuolo fa un ottima partita. In crescita.

Gabigol – Entra, si fa ammonire, finisce la partita. Certo non è facile per lui farsi valere in una manciata di secondi e di sicuro non è facile per i tifosi farsi un’idea delle sue qualità. Non resta che sperare in altre gare e in altre occasioni che gli concederà l’allenatore. Giovane com’è non è comunque il caso di farne una tragedia.

 

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