Di quel che è stato e che sarà


Alla fine Lucianone è diventato l’ennesimo ex allenatore della beneamata. Un giorno di silenzio, neanche tanto, per il lutto del mister e poi via, è spuntato il “tanto atteso” comunicato ufficiale. Ora si attende l’altrettanto “tanto atteso” comunicato che ufficializzerà il nuovo allenatore e così inizierà la nuova era Conte, la ben pagata nuova era.

Come spesso accade, c’è chi festeggia un addio, chi se ne rammarica, chi semplicemente si affida alle scelte societarie e, con rinnovato entusiasmo, spera in future glorie. Del futuro non c’è certezza, di sicuro tutti, indistintamente, non possono che augurarsi il bene dell’Inter e chi vivrà, vedrà.

Spalletti ha fatto meglio degli ultimi allenatori succedutisi sulla panca nerazzurra, parlano i risultati. Due qualificazioni in Champions, due quarti posti, raggiunti si all’ultimo secondo, dell’ultima giornata, ma pur sempre traguardi prefissati e poi ottenuti. Ha cercato di valorizzare al meglio le risorse a disposizione, cercando di fare un gioco propositivo, ha messo a posto una difesa colabrodo grazie anche agli innesti giusti. Non è riuscito a fare altrettanto con l’attacco, vedi mai che non aveva gli innesti giusti e ne ha pagato le conseguenze, non riuscendo ad andare oltre gli ostacoli già visti e mai risolti, nella precedente stagione. Ha dovuto affrontare casi limite come quello di Icardi e Perisic, condividendone con la società la pessima gestione e oltre alle figuracce mediatiche, le conseguenze di quei due mesi le abbiamo pagate sul campo. Considerando che la telenovela non è ancora finita, se ne intuisce la portata e le difficoltà accluse e le eventuali attenuanti: d’altronde non capita tutti i giorni di ritrovarsi in una storia così inutile e lontana dal calcio giocato. Ha sbagliato mosse tattiche e formazioni? Probabile, è umano, ma sono peccati veniali quando alla fine ottieni quello che ti era stato chiesto e considerato il “materiale” a disposizione. Di tutto quello che lascia nella memoria dei tifosi, di sicuro c’è una cosa indiscutibile: l’interismo. Il mister si è calato totalmente nella realtà nerazzurra e nello spirito interista, una medaglia al valore indelebile, a prescindere dai risultati.

E ora arriva Conte. Consapevole dei pregiudizi che lo accompagneranno per i suoi trascorsi juventini, ha accettato di lanciarsi in questa avventura, dimostrando sicuramente grande professionalità.

Avversario principale sarà proprio la squadra bianconera, il suo passato recente e solo in corso d’opera si scopriranno le caratteristiche del professionista in questa realtà, quella interista, diametralmente opposta a quella che l’ha visto crescere e diventare allenatore stimato e ai massimi livelli. L’augurio è che tutto vada bene, a cominciare dall’impatto con i tifosi e dalle suggestioni che sarà in grado di smuovere.

Si, perché il timore che si possa vedere nascere, da qui a qualche mese, un caso Lippi 2, un film già visto anni addietro, non è così improbabile. I trascorsi juventini si possono ignorare ora, a bocce ferme, inebriati da sogni di gloria e auspici di grandi vittorie, ma che succederà se le cose dovessero girare storte (e non è un augurio, ovviamente)? Quanto tempo impiegheranno i tifosi più impazienti e poi tutti gli altri, a lanciare strali contro quello che è stato il condottiero degli odiati nemici, se le cose dovessero andare storte?!

Bene, con la consapevolezza.di questi rischi e con la speranza che le cose si mettano da subito sul binario giusto, ci apprestiamo a dare il benvenuto al nuovo mister, confidando di poter vedere un Inter sempre più bella e vincente, a prescindere da chi ci sarà in attacco o sulle fasce, ma non senza aver prima abbracciato con sincero affetto e ringraziato mister Lucianone, interista al punto giusto e professionista impeccabile.

Ai posteri l’ardua sentenza. A noi tifosi l’augurio di una nuova stagione di grandi soddisfazioni.

Amala.

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