Lukaku: “Conte come un padre, un sogno giocare per lui”

E’ un Romelu Lukaku a 360° quello che si racconta in un’intervista concessa a La Gazzetta dello Sport. Tra un bilancio della stagione passata e gli obiettivi prefissati in vista di quella che sta per cominciare, l’attaccante nerazzurro non può prescindere dal rapporto ormai viscerale che si è creato tra lui e Antonio Conte: “Il mister per me è un mentore, come un padre che mi capisce veramente bene. Già sei anni fa voleva acquistarmi e io gli sono grato per tutta la fiducia che mi ha dimostrato. Giocare per lui è la realizzazione di un sogno, anche perchè ti permette di imparare tanto e di migliorare sia individualmente che come collettivo. Dobbiamo ancora crescere, ma Conte è l’allenatore giusto per farlo”. Un percorso di crescita che potrebbe portare l’Inter a risultati importanti nella prossima stagione: sugli obiettivi però Lukaku preferisce non sbilanciarsi troppo: “La cosa più importante è far parlare il campo. Vogliamo dare tutto anche quest’anno per fare il bene dell’Inter”.

“Vidal acquisto importante, porta qualità ed esperienza”

Lukaku ritroverà un gruppo già formatosi nella scorsa stagione, ma anche qualche nuovo arrivo, merito del lavoro della società nerazzurra. L’ultimo di questi è Arturo Vidal, che l’attaccante belga accoglie così: “E’ un giocatore di grande qualità e per noi si tratta di un acquisto molto importante. L’anno scorso abbiamo fatto molto bene, ma se c’è qualcosa in cui dobbiamo migliorare sono l’esperienza e la qualità, due doti che Arturo possiede. D’altronde non si vince quello che lui ha vinto con squadre diverse se non si hanno queste caratteristiche”.

“Finale di Europa League? Non ho parlato per quattro giorni…”

Infine, in una stagione piena di soddisfazioni, Lukaku è tornato alla notte di Colonia del 21 agosto, con la sua Inter sconfitta nella finale di Europa League contro il Siviglia. Una delusione forte, che però è stata messa alle spalle: “E’ stato molto difficile da accettare, per quattro giorni non ho parlato. Poi mi sono svegliato un giorno e me ne sono fatto una ragione. Nella scorsa stagione non abbiamo vinto il campionato per un punto, perso la semifinale di Coppa Italia per un gol e perso la finale di Europa League in quel modo: sono cose che succedono. Solo soffrendo si migliora e per vincere ci vogliono fatica, carattere, voglia di riscatto e di successo. Si può perdere, ma ci deve servire per imparare a vincere”.

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