Quando l’Inter chiama Andrea Ranocchia risponde: presente!

Zero gol subiti, nessuna occasione concessa al Genoa e un assist per il gol del 2-0 firmato da D’Ambrosio.
Andrea Ranocchia è tornato titolare al centro della difesa e ha celebrato il suo ritorno in campo con un successo prezioso per i nerazzurri.
Per lui (91 passaggi riusciti su 94), una gara da protagonista: era dal settembre 2012 contro la Fiorentina che il difensore umbro non forniva un assist vincente in Serie A.

“Sono contento perché siamo tornati alla vittoria e ritroviamo un po’ di entusiasmo in un periodo davvero fitto di impegni. È importante aver ottenuto i tre punti e non aver subito gol – ha commentato ai microfoni di Inter TV. – Poco spazio all’Inter? Se fossi andato altrove avrei giocato di più, ma la mia dedizione all’Inter l’ho sempre dimostrata. Giocare con questi colori vale la pena attendere, è un piacere. Per me l’importante è lavorare e farmi trovare pronto, poi le occasioni per giocare le ho avute”.

Prima Luciano Spalletti e adesso Antonio Conte hanno sempre elogiato Ranocchia, un “capitano silenzioso” che non ha bisogno della fascia.
Chiamato ancora una volta in causa, come in ogni momento di difficoltà, Ranocchia ha saputo rispondere presente.
Già ai tempi dell’Arezzo e del Bari, proprio sotto le gestioni di Conte, si era messo in evidenza prima in B e poi in A, in coppia con Leonardo Bonucci. Ma tra i due all’inizio è proprio Ranocchia ad attirare maggiormente l’attenzione delle big.
Tra queste c’è l’Inter che nel gennaio del 2011 lo porta a Milano. E sarà proprio lui ad alzare l’ultimo trofeo messo in bacheca dai nerazzurri: la Coppa Italia 2010-11.
Javier Zanetti lo designa come nuovo capitano interista ma qualcosa non va e l’Inter decide di affidare la fascia a Mauro Icardi.
Difensore centrale ma centravanti all’occorrenza, Spalletti lo ha schierato anche in attacco per sfruttare i suoi 195 centimetri.
Nello scorso mercato doveva passare al Genoa, ma è rimasto all’Inter perchè, ha ribadito Ranocchia al termine della vittoria di Marassi, “vale la pena attendere pur di giocare per questi colori”.