Antonio Manicone tra passato e presente: una Coppa Uefa e la Bovisa come Bagnoli

Antonio Manicone compie oggi 54 anni. Cresciuto nelle giovanili dell’Inter, prima di tornare alla base nerazzurra gira alcune squadre del basso impero come Licata, Palermo e Foggia, trova la serie A con l’Udinese guarda caso nella partita contro l’Inter (era il 6 febbraio 1992). Giocatore serio, silenzioso, duttile, un autentico geometra del rettangolo verde.

L’Inter lo ingaggia nell’autunno del 1992 e debutta in campionato il 3 gennaio 1993 nella partita Inter-Genoa.
Il tecnico di quell’Inter è Osvaldo Bagnoli e uno come Manicone, che viene dalla gavetta, deve piacergli per forza.
Terzo di quattro figli di una coppia salita nel 1955 da Matera a Milano in cerca di fortuna, Manicone, come mister Bagnoli, cresce alla Bovisa, quartiere meneghino simbolo di lavoro e fatica, dove nulla ti viene regalato.
Testa bassa e pedalare, il ragazzo conosce anche la Nazionale (esordio azzurro il 22 settembre 1993) e con l’Inter mette in bacheca la Coppa Uefa (stagione 1994-1995).
A novembre del 1994 Manicone lascia i nerazzurri dopo aver totalizzato 59 presenze e un gol in gare di campionato, 11 presenze e 1 gol nelle coppe europee e 9 presenze in Coppa Italia. Lo ingaggia il Genoa, ma nella stagione 1995-1996 torna all’Inter sotto la guida di Hodgson.

Nel 1997 va al Perugia, poi Cosenza, Lecco e Pro Patria. Smette e decide di allenare. Prima esperienza nello staff delle giovanili dell’Inter: 2004-05 vice allenatore della Primavera, 2005-2006 tecnico degli Allievi nazionali, dal 2006 al 2008 tecnico degli Allievi regionali. Nel 2011 è vice allenatore della Berretti guidata da Sergio Zanetti, che a fine anno vince il campionato nazionale di categoria.

Nel giugno del 2012 diventa l’allenatore in seconda del tecnico Vladimir Petković sulla panchina della Lazio, con cui vince, nel giugno 2013, la finale di Coppa Italia.
Dal 1º luglio 2014 è vice-allenatore della Nazionale svizzera, incarico che ricopre attualmente.
“La mia seconda pelle è la maglia nerazzurra”, racconta dell’esperienza all’Inter il buon Antonio, che ha l’erede calcistico in Carlo, classe 1998, attaccante cresciuto in Svizzera, esperienze a Lugano, Chiasso, Bisceglie, ora al Grosseto in Serie C.

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