Roma-Inter: quando Dzeko, pupillo di Conte, fu venduto per 30mila euro…

Roma – Inter vista da Il Resto del Carlino con un focus su Dzeko, pupillo di Antonio Conte.

“Solo un lampione. C’è stato un tempo in cui il giocatore che Conte avrebbe voluto più di tutti al Chelsea e poi all’Inter, non era ancora il Cigno di Sarajevo. Lo chiamavano ‘Kloc’, il lampione, appunto. Scontato il motivo: alto, magro, tecnicamente poco dotato e anche un po’ lento. Pensa te. E c’è stato un tempo in cui i dirigenti dello Zelijeeznicar, dopo aver ceduto al Teplice quel ragazzo dal sorriso timido che giocava da trequartista, pensavano di aver vinto alla lotteria: 30mila euro per uno che secondo loro «non sarebbe andato da nessuna parte».
Era il 2005 e in qualche modo anche Antonio Conte era appena stato ceduto. Si narra che Fabio Capello non lo volle nello staff tecnico juventino e allora lui se ne andò a fare il vice di De Canio a Siena. La crescita è costante per entrambi.
Dzeko esplode nel Wolfsburg in coppia con il brasiliano Grafite riscrive la coppia più prolifica della storia della Bundesliga spodestando monumenti: Gerd Müller-Uli Hoeness. Fa benissimo al City anche se Mancini lo usa poco. Poi, la storia nella Roma mentre in Italia riaffiorano due elementi chiari che sono un tuffo nel passato. Il primo: giocare da trequartista nello Zelijeeznicar gli è servito per diventare un top player. Il secondo: Dzeko è uno che «non sarebbe andato da nessuna parte». Vero, perchè pur costretto ad attraversare le impetuose mareggiate di mercato, a Roma è sempre rimasto. Conte l’ha avuto in pugno al Chelsea quando Monchi decise di cederlo nel mercato di gennaio. Follia che per fortuna (della Roma) fu sventata dalla moglie di Edin che si impuntò. Eppoi l’ha avuto in pugno all’Inter. Affare saltato. E, ancora quest’anno, l’armadietto svuotato perchè c’è la Juve. E invece no. Perchè Antonio lo voleva così tanto? Perchè fa la ‘fionda’ come nessuno al mondo garantendo comunque bottino da Supercentravanti: rientra, stoppa, lancia preciso. Perfetto. Immaginatelo in nerazzurro che arretra come fa nella Roma, protegge palla e poi fa l’assist per Lukaku. O Lautaro. Ricordate Wolfsburg? Nella magica stagione Edin segna 26 gol, Grafite 28, dieci dei quali su assist del Cigno. Ecco perchè Antonio lo avrebbe voluto. Ecco perchè Roma-Inter per lui non è una partita come le altre, oltre che una partita dal dolce sapore di vertice”.

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