Inter-Roma, passato e futuro per Mourinho. Nuovo duello in vista con Conte?

La partita di stasera, per José Mourinho, sarà già speciale. Inter-Roma significa passato glorioso contro futuro ambizioso, per il tecnico portoghese. Nel presente, Mou sicuramente guarderà con attenzione la partita di San Siro, per più di un motivo. Studierà punti deboli e di forza della sua nuova squadra per pianificare una strategia accurata sui ruoli da rinforzare e sui profili da acquistare, si augurerà che la Roma possa ottenere punti in modo da giocare personalmente in Europa nella prossima stagione (seppur in Conference League). Al tempo stesso, però, ce lo immaginiamo pure prendere nota – sul suo celebre taccuino e anche davanti alla tv – delle caratteristiche dell’Inter Campione d’Italia, che rappresenterà senza dubbio un parametro di riferimento per la prossima annata in giallorosso.

Mourinho vedrà Antonio Conte su quella che un tempo fu la sua panchina ed avrà modo di constatare come il tecnico salentino sia riuscito ad assurgere a nuovo condottiero nerazzurro, 11 anni dopo la leggenda del Triplete. Antonio era ben conscio, sin dal suo arrivo in Serie A, del posto speciale riservato a José nel cuore di tutti i tifosi nerazzurri. È stato scaltro nel riconoscerne sempre i meriti storici e non ha ceduto alla tentazione di rispondergli nemmeno quando Mou ha stuzzicato lui e i dirigenti nerazzurri nel gennaio 2020, mese in cui le trattative per Eriksen entrarono nel vivo e il danese abbandonò il Tottenham di José per raggiungere l’Inter di Antonio.

Conte sapeva di andare incontro al paragone con Mourinho sin dal suo arrivo, a giugno 2019. “In tutto: nelle metodologie di lavoro, nei risultati, nel rapporto con i giocatori, con la stampa, con il mondo Inter in toto. Una gioia e forse pure una condanna, per chi è venuto dopo di lui, un peso infinito da sopportare – fa notare La Gazzetta dello Sport -. Conte è riuscito in questa impresa. Non ha certo un Triplete da sfoggiare, Antonio. E chissà se avrà mai l’opportunità di inseguire quel sogno: oggi sembra pura utopia”. Siamo sicuri, però, che nella testa dell’attuale, ambizioso tecnico nerazzurro, il pensiero di collocarsi sullo stesso livello di Mourinho nella storia dell’Inter sia stato e rimanga ben presente. Il primo passo è stato compiuto: diventare l’uomo che ha riportato lo Scudetto a Milano – sponda nerazzurra – undici anni dopo lo Special One, non era cosa da poco. Conte ce l’ha fatta. E nel frattempo “si è divertito a diventare l’allenatore con la miglior media gol in campionato dai tempi della Grande Inter. E quindi, meglio anche di Mourinho. Conte in 73 partite di Serie A ha prodotto 160 gol: 2,19 a partita. José, tra il 2008 e il 2010, si è fermato a 1,91: trattasi di sorpasso in vetta, nessun altro tecnico nerazzurro dell’epoca moderna ha fatto meglio di questi due“. E si è tolto anche lo sfizio di vincere il titolo ottenendo più punti rispetto all’Inter scudettata di Mourinhana memoria: 84 punti nel 2009, 82 nel 2010, già ad 85 quella di oggi.

Chissà se José e Antonio – dopo gli epici duelli in campo e fuori in Premier League – si affronteranno di nuovo in Serie A. Nei giorni in cui regna l’incertezza sul futuro di Conte, un indizio cui aggrapparsi però c’è. È l’intervista che ha rilasciato a Le Iene due giorni dopo aver vinto lo Scudetto. Lì il tecnico nerazzurro ha avuto una reazione spontanea, che si può interpretare come il suo vero e genuino proposito. Venendo a conoscenza in diretta dell’ufficialità di Mourinho alla Roma, Conte si è stupito ma ha sorriso di primo acchito, prima di farsi serio e tradirsi, augurando a José “il meglio, tranne quando giocherà contro l’Inter”. D’altronde, Antonio ama la competitività e dunque ama duellare con i grandi allenatori. Se poi trattasi di sfidare Mourinho sulla panchina dell’Inter, il carico di significati e motivazioni raddoppia. Quel che è certo è che per i tifosi nerazzurri, comunque vada, dal prossimo anno Inter-Roma diventerà speciale.

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