A che punto siamo con il finanziamento? Pro e contro di Bain e Oaktree…

Come ormai noto da diverse settimane, l’Inter necessita di un finanziamento con il quale iniettare liquidità nelle proprie casse ed ottemperare alle spese ordinarie, fra cui stipendi e pendenze con altri club relative agli acquisti di alcuni calciatori, quali Hakimi e Lukaku.

Steven Zhang sta continuando a negoziare in questo senso e, dopo aver depennato alcuni potenziali investitori dalla sua short list, è rimasto in contatto con due fondi: si tratta di Bain Capital (sede a Boston) e Oaktree Capital (quartier generale a Los Angeles). Nelle discussioni, inoltre, è pienamente coinvolto il principale advisor e banca di riferimento di Suning, Goldman Sachs, nella persona del top manager Greg Carey. Uno dei punti focali è rappresentato senza dubbio dai tassi di interesse del maxi-finanziamento: Zhang, ovviamente, punta a strappare un accordo vantaggioso e a non veder lievitare la percentuale.

Le strutture di prestito presentate dai due investitori presentano alcuni pro e contro, ed è probabilmente su questi che il presidente nerazzurro si sta concentrando insieme ai suoi uomini di fiducia. Come riporta Il Sole 24 Ore, infatti, “la struttura del prestito di Bain Capital prevederebbe un prestito dalla cifra più elevata: circa 270 milioni di euro. Oaktree, dal canto suo, intende concedere un finanziamento di dimensioni più ridotte“. Esiste però un dettaglio da non trascurare legato al fondo californiano, che figura “tra i maggiori sottoscrittori del bond Inter con scadenza 2022 e quindi la sua proposta avrebbe un perimetro allargato anche al rifinanziamento del bond“. Il quotidiano economico-finanziario, inoltre, svela un altro dettaglio riguardante Bain Capital: il fondo con sede nel Massachusetts “avrebbe deciso di affidare un doppio incarico ai consulenti di Lazard e di Mediobanca, per valutare alcuni aspetti tecnici della struttura“.

Di certo, manca poco per arrivare alla soluzione del rebus. Un finanziamento di questo tipo risulterebbe fondamentale a fronte delle restrizioni ancora vigenti in Cina legate all’esportazione di capitali, oltre a permettere a Suning di liquidare il fondo LionRock, tutt’ora detentore del 31,05% delle quote nerazzurre.

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