Sven-Goran Eriksson: “Inzaghi all’Inter? Dimostra coraggio, è una grande occasione per la sua carriera”


Sven-Goran Eriksson, ex tecnico della Lazio, conosce bene Simone Inzaghi. Con lui ha vinto uno scudetto, una Coppa Italia e una Supercoppa Europea.
“Simone dimostra di avere grande coraggio – le parole di Eriksson alla Gazzetta dello Sport – non è mai facile prendere in mano una squadra che ha vinto lo scudetto, però è pure una grande occasione per la sua carriera. L’Inter è storicamente il top sia in Italia che in Europa: non poteva dire di no, nonostante ogni possibile rischio”.

L’eredità di Antonio Conte

“Conte è un grande nome a livello internazionale, significa garanzia di vittoria, ma penso che Simone sia pronto per quest’ultimo scatto: meritava una società ancora più forte, senza nulla togliere alla mia Lazio. Ora ha l’occasione di dimostrare di non essere da meno di chi lo ha preceduto, sono sicuro che non la butterà via. Da parte mia, gli auguro ogni fortuna”.

Un consiglio da dare

“L’unica cosa che posso dirgli è di essere se stesso, di restare fedele ai propri principi che finora si sono dimostrati vincenti. Continui per la sua strada, col sorriso e un po’ di follia, anche se non ha ancora vinto lo scudetto: in questa epoca è davvero difficile riuscirci alla Lazio, eppure l’anno scorso ha sfiorato l’impresa. Il suo stile così personale mi piace davvero”.

Cosa pensa dell’Inter

“Puntiamo l’attenzione sull’attacco. Era già incredibile la montagna di gol che Simone ha fatto fare a Ciro Immobile, ma ora si ritrova una delle migliori coppie in circolazione in tutta Europa. Io osservavo Lukaku con attenzione in Inghilterra, mi sembrava già molte forte ma non così tanto. E invece è cresciuto tantissimo, è diventato un giocatore che aiuta i compagni e non pensa solo e soltanto a segnare gol. In più, si completa benissimo con Lautaro: se Simone riesce a scatenarli, ha la strada in discesa”.

Il Simone Inzaghi giocatore

“In campo assomigliava a suo fratello Pippo in tantissimi aspetti: oltre alla velocità e alla buona tecnica, aveva una grande professionalità. Amava prepararsi bene, studiava gli avversari e poi aveva il vizio di segnare spesso. Quando ero alla Lazio, lui era molto giovane: non immaginavo potesse diventare un allenatore, figurarsi uno così bravo. Lo stesso vale per Conceição, che sta facendo benissimo al Porto. Per altri, come Simeone, Mancini e Veron, invece, non avevo dubbi: erano più in là con gli anni, loro sembravano destinati alla panchina”.

(FONTE: LA GAZZETTA DELLO SPORT)

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