La crisi di Suning, anche in patria, è ormai arcinota e si fa sempre più pesante. Non a caso, Zhang Jindong a febbraio ha ceduto il 23% di Suning.com ad alcuni fondi statali sostenuti dal Governo di Shenzhen. Come se non bastasse, circa una settimana fa è arrivata la sanzione di 385 milioni da parte del Tribunale di Pechino nei confronti di Suning Tesco, per non aver rispettato i termini di comunicazione alla Borsa della cessione di quote a un fondo appositamente creato.
Le cause delle difficoltà economiche del colosso di Nanchino hanno radici lontane e profonde: non solo la pandemia. L’azienda cui fa capo Zhang Jindong aveva infatti effettuato ingenti investimenti negli anni passati: l’acquisizione di Carrefour China in primis, il salvataggio del colosso immobiliare Evergrande nel 2017 (con Zhang Senior a capo del consorzio che impedì il fallimento) con 3 miliardi di euro mai effettivamente recuperati da Suning.
E così, oggi, la famiglia Zhang ha 7 miliardi di dollari di debiti ai quali bisogna far fronte entro la fine del 2021. In questo scenario si incastra un possibile supporto che potrebbe arrivare da parte del colosso del commercio elettronico, Alibaba. La multinazionale cinese già nel 2015 aveva rilevato il 20% di Suning.com, sborsando 4,6 miliardi di dollari. Tuttavia, il valore di queste stesse azioni è crollato di due terzi rispetto a sei anni fa. La società fondata da Jack Ma, in ogni caso, è oggi interessata all’ingresso nel settore del commercio fisico e per questo potrebbe acquisire Suning.com, in modo da rappresentare pure un’àncora di salvataggio per Zhang Jindong.
Alibaba potrebbe quindi fare il suo ingresso dirompente nella vendita al dettaglio, sfruttando e ottimizzando gli oltre 2600 negozi e centri di distribuzione di Suning. Ricordiamo che a capo dell’Inter c’è la holding di famiglia, Suning Holdings Group, della quale Suning.com è una controllata.
(FONTE: REUTERS)
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