LA RIFLESSIONE – Inter – Juve già decisiva? Perché Inzaghi e Allegri non possono sbagliare

È ancora presto, mancano troppe giornate“. “Vale sempre tre punti”. “C’è tutto il tempo per recuperare“. Tutto vero, ma fino a un certo punto. Inter-Juventus arriva quest’anno il 24 ottobre, periodo della stagione in cui effettivamente è prematuro parlare di dentro o fuori, di sfida decisiva. Questa volta, però, c’è un carico di pressione enorme su tutte e due le squadre. E non si tratta solo di rivalità, di Derby d’Italia, di due galassie differenti portatrici di valori altrettanto differenti che collidono: quello accade sempre, ogni qualvolta nerazzurri e bianconeri si trovano sullo stesso terreno di gioco. Negli ultimi 16 anni di Serie A, Inter e Juventus si sono divise ben 15 scudetti: 9 i bianconeri, 6 i nerazzurri. Questa volta si manifesta invece una situazione inedita: entrambe a rincorrere chi sta davanti e viaggia spedito come una lepre (in questo caso due, Napoli e Milan).

Non si può sbagliare

Partiamo dalla classifica. Sono tre i punti che dividono le due squadre: i bianconeri cercano l’aggancio ai nerazzurri, ma questa volta nessuna delle due squadre può permettersi di guardare esclusivamente alla rivale. Come dicevamo, lo sguardo deve essere rivolto verso l’alto, verso la testa. Da lì la squadra di Inzaghi, Campione d’Italia, dista 7 punti; quella di Allegri paga lo scotto di un avvio disastroso e, nonostante le quattro vittorie consecutive, è staccata di 10 lunghezze dalla capolista partenopea. Una sconfitta allontanerebbe ulteriormente entrambe, ma gli effetti più critici potrebbero non ripercuotersi sulla sola graduatoria, bensì sulle gestioni e sui processi di crescita sviluppati dai rispettivi allenatori.

Per la Juventus, fermarsi di nuovo rappresenterebbe una duro colpo all’interno della propria disperata rincorsa: una vera e propria batosta. Passando a ciò che ci interessa di più, l’Inter è alla ricerca della propria fisionomia definitiva, della famosa “quadra” che Allegri sembra aver trovato anzitutto difensivamente. Lato nerazzurro, le cose stanno in maniera diametralmente opposta: Inzaghi ha forgiato il miglior attacco del campionato. Il paradosso è che i 23 gol in 8 partite non rispecchiano fedelmente la mole di gioco, l’enorme produzione offensiva della squadra nerazzurra, costantemente proiettata in avanti. Ma è proprio questa trazione anteriore che sta si sta caratterizzando – come raccontato da Dzeko nell’intervista odierna – per alcuni effetti collaterali, come il sovrannumero alla voce “gol subiti”. Un’altra partita costellata da incertezze difensive e dall’esposizione alle ripartenze avversarie potrebbe costar caro ai nerazzurri e provocare le prime grandi critiche stagionali a Simone Inzaghi.

Perché Inter-Juventus, da sempre, esaspera animi, umori e giudizi. Può rappresentare punti di svolta negativi (come successe ai nerazzurri due anni fa) o positivi: basti pensare al gennaio 2021, quando la squadra di Conte acquisì enorme consapevolezza grazie al dominio andato in scena a San Siro e alla vittoria strameritata. No, non sarà mai come tutte le altre partite. Allegri lo sa bene, di Derby d’Italia ne ha già giocati tanti; per Inzaghi è la prima volta, ma è allenatore e uomo intelligente, sa benissimo quanto valga una vittoria o una sconfitta in una partita del genere. Specialmente in questo momento, quando c’è da rincorrere. Siamo al primo spartiacque della stagione: entrambi non vogliono e non possono sbagliare.

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