Lilin: “Politica, calcio, donne: vi racconto tutto della Transnistria e dello Sheriff”

L’Inter è a Tiraspol, in Transnistria (regione autonoma ufficialmente parte della Repubblica di Moldavia), per affrontare stasera lo Sheriff, squadra rivelazione del Gruppo D di Champions League. A raccontare cosa attende i nerazzurri nella piccola repubblica non riconosciuta dalla comunità internazionale è Nicolai Lilin, autore del romanzo Educazione siberiana, che vive in Italia, ma che in Transnistria è nato e cresciuto: “La Sheriff è una società nata per la necessità di dotarsi di un sistema economico indipendente, gestita da ex agenti del Kgb – spiega a sportmediaset -. Il calcio è solo facciata, nulla più di uno strumento politico. L’obiettivo è attirare l’attenzione su quel piccolo pezzo di terra e sulle sue problematiche e sta funzionando”.

La Sheriff è nata insieme alla Transnistria nel 1992, subito dopo il crollo dell’Unione Sovietica. In Transnistria si parla russo, si scrive in cirillico, ci sono ancora le statue di Lenin e la simbologia dell’URSS nelle strade. La Transnistria non è mai stata riconosciuta e vive di fatto sotto embargo internazionale.

“Diciamolo chiaramente, il calcio è solo una paraculata (testuale, ndr). È evidente che questa squadra è stata creata per attirare attenzione sul Paese, ha un interesse e un’utilità soprattutto politica. I vertici di Sheriff vogliono far conoscere all’occidente questo pezzo di terra, portare alla luce le nostre problematiche e farci riconoscere come accaduto per altri Paesi con storie complicate, come l’Albania. Laggiù nessuno segue il calcio, non c’è questa ‘malattia mentale’ che c’è in occidente. Non è nulla più che uno strumento politico, creato per presentarsi agli occidentali. Comunque hanno battuto il Real Madrid e hanno fatto molto rumore, vuol dire che hanno investito bene. Gli sport qui sono altri. Arti marziali, judo, sambo…”.

Che tipo di ambiente potrebbe trovare l’Inter a Tiraspol?
“Sicuramente un ambiente bello, amichevole, certamente molto sovietico. I giocatori saranno sicuramente ben accolti. La città è tenuta bene, è una città piccolissima, con un’impostazione molto militare. Le strade sono fatte per spostare mezzi militari e i giocatori che non sono abituati a certe dinamiche sicuramente lo noteranno. Magari saranno anche sorpresi. Perché il popolo della Transnistria vive nella struttura militare, ma da fuori non si vede, è invisibile. Non vedi blindati, militari in divisa e fucili da guerra come li vedi in centro a Milano, paradossalmente sono più militarizzate le città occidentali. Poi si mangia molto bene e ci sono bellissime donne. Non mi sorprenderei se qualche calciatore dell’Inter dovesse divorziare o se scoppiasse qualche scandalo (ride, ndr)…”.
(FONTE: SPORTMEDIASET)

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