Marotta: “Siamo incazzati, non depressi. Inzaghi resta”

Oggi l’Inter è tornata in campo per preparare la sfida contro l’Udinese, dopo la sconfitta di Bologna. A parlare della sfida di ieri, è stato Marotta, che è intervenuto in un evento organizzato dal quotidiano Il Foglio: “Abbiamo perso una battaglia ma non la guerra. Siamo incazzati ma non depressi. Dobbiamo vedere cosa succede, mancano quattro partite e il calcio non è scontato come negli anni ’70 quando c’erano squadre che non avevano niente da dire. Anche la squadra che non ha nulla da dire, può dire la sua. L’anno scorso abbiamo vinto con grande anticipo, quest’anno è una Serie A più interessante”.

Marotta si è soffermato anche sul futuro di Inzaghi: “Abbiamo scelto un allenatore emergente, che ha risposto alle nostre esigenze. Siamo molto contenti e ha forti margini di crescita. Credo che sia uno dei migliori allenatori in circolazione. Può continuare con noi. Abbiamo vinto una Supercoppa, ci aspetta una finale di Coppa Italia. Speriamo ci siano le ciliegine, ma i risultati sono stati ottenuti grazie alla cultura del lavoro e alla solidità delle nostre strutture”.

Nonostante le cessioni di Conte, Lukaku e Hakimi e l’addio di Eriksen, l’Inter è riuscita ad essere competitiva: “Non è che chi più spende vince. C’è stata una scossa molto forte, tranne Eriksen che non dipendeva da lui. Lukaku e Hakimi hanno espresso il desiderio di andare via. Queste operazioni ci hanno garantito la sostenibilità attraverso queste operazioni di mercato. Abbiamo operato come negli altri anni precedenti, cercando di mettere su una squadra competitiva”.

Marotta, infine, ha analizzato il tema relativo alla costruzione del nuovo San Siro e se questo può incidere sui risultati: “Certo, il giocatore è più coinvolto per via dell’effetto casa. Incide molto, a Torino lo stadio era sempre pieno ed era il dodicesimo uomo”.

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