Bergomi: “Quando lotti su tutti i fronti, c’è il rischio di non vincere nulla”

Beppe Bergomi commenta per La Gazzetta dello Sport il momento vissuto dall’Inter, a tre partite dalla fine della stagione con due trofei ancora in palio: “Tra Inter e Juve non c’è un favorito, ma all’80% il campionato lo vince il Milan. La vittoria rossonera a Verona colpo psicologico per l’Inter? Non penso. A parte la partita di Bologna, Brozovic e compagni hanno fatto bene in tutte le ultime uscite. La finale di Roma fa storia a sé. Semmai vale il discorso inverso. Se l’Inter non dovesse vincere la Coppa, potrebbe poi accusare il colpo domenica sera a Cagliari, contro una squadra rinata grazie al gol di Salerno al 99′ e costretta a sua volta a vincere. Se Handanovic alzerà la Coppa, credo che poi l’Inter supererà Cagliari e Sampdoria”.

C’è il rischio concreto che i nerazzurri possano non vincere né Coppa Italia né Scudetto: “Quando lotti su tutti i fronti, questo rischio c’è. Penso anche al Liverpool, fortissimo e come l’Inter capace di vincere la Supercoppa, ma a rischio secondo posto in Premier e con una finale di Champions non certo scontata. Comunque, meglio arrivare in fondo su tutti i fronti che essere protagonista su uno solo. Cosa insegnano i tre precedenti stagionali con la Juve? L’Inter ha giocato meglio in ottobre e in Supercoppa. Nell’ultimo confronto, quello di inizio aprile che ha rimesso in pista la squadra di Inzaghi, Allegri sapeva di giocarsi le ultime chance scudetto e, consapevole anche delle difficoltà degli avversari, ha messo in campo la Juve più offensiva di tutta la stagione, con Cuadrado, Dybala, Morata e Vlahovic dal 1′. Quel giorno hanno aggredito l’Inter e per la prima volta tenuto la difesa alta. Ma non credo che sia un atteggiamento replicabile mercoledì. Mi sbaglierò, ma almeno una delle tre punte stavolta partirà dalla panchina”.

Sulle critiche di Sacchi al gioco dell’Inter: “Sacchi vorrebbe che tutte le squadre andassero a recuperare palla sulla trequarti avversaria. Questo l’Inter lo fa a sprazzi, ma ciò non significa giocare come negli anni 60, perché i nerazzurri molto spesso portano sei-sette uomini oltre la linea della palla, esprimendo un calcio bellissimo. Sacchi è stato un po’ ingeneroso”.

Bastoni, De Vrij e Lautaro vs. Vlahovic

Ci sono ottime possibilità che stasera Inzaghi ritrovi Bastoni dal primo minuto: “Per un tratto di stagione è stato l’uomo in più. Pur giovane, è esperto e tecnico. Anche in marcatura è cresciuto, poi come i compagni può andare in difficoltà a campo aperto. Ma lo stesso succede ai difensori della Juve. Non a quelli del Milan, che sono più veloci”. De Vrij sembra in difficoltà: “De Vrij avrà uno dei compiti più delicati, in marcatura su Vlahovic. In questo momento tutti criticano Dusan perché non segna, ma lui fa tante cose utili. La chiave è impedirgli di girarsi e vedere la porta. De Vrij avrà un ruolo chiave”.

Sul momento di Lautaro: “Lautaro è caldo. Se gli porti il pallone in area, diventa micidiale. Il primo gol segnato contro il Milan è pazzesco. Sembra stare meglio di Vlahovic, ma in una finale tutto si azzera. Per questo penso che sarà una partita 50-50, in cui a decidere più che un singolo o un duello sarà l’atteggiamento del gruppo. Il partner ideale del Toro? Continuo a pensare che Dzeko sia un grande giocatore che aiuta sempre la squadra. Se però mi si chiede se lui e Lautaro si sposano bene, ha qualche dubbio da inizio stagione. Ma i due più forti sono loro. Detto questo, anche la scelta di Correa ci può stare perché il Tucu ha giocate uniche. E nessuno mi leva dalla testa che con il connazionale al fianco, Lautaro si sente più responsabilizzato”.

(FONTE: LA GAZZETTA DELLO SPORT)

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