Inter, i conti migliorano ma servirà cedere un big: Bastoni il sacrificato? I dettagli


Il bilancio dell’Inter chiuso al 30 giugno 2021 aveva fatto registrare una perdita record nella storia del calcio italiano: 245,6 milioni di deficit. Un dato che obbligava i dirigenti nerazzurri ad implementare una strategia di riequilibrio dei conti, che viene analizzata oggi da La Gazzetta dello Sport. “Per migliorare i conti, i dirigenti nerazzurri hanno lavorato su due fronti: incrementare i ricavi e ridurre i costi. I risultati sono stati più che convincenti, tanto che a fine della stagione lo sbilancio tra proventi e spese dovrebbe essere inferiore ai 100 milioni di euro, con un deciso miglioramento rispetto ai dodici mesi precedenti“.

Conti in miglioramento, ma ancora non basta

Per quanto riguarda i ricavi, fondamentali i 40 milioni circa derivanti dalla riapertura degli stadi, quindi da botteghino e abbonamenti (la campagna riprenderà a breve, per la stagione 2022-23). Gli sponsor di maglia, inoltre, garantiscono circa 30 milioni con il passaggio della scorsa estate a Socios.com e quello della prossima a Digitalbits. I proventi della Champions League si attestano intorno ai 50 milioni, mentre quelli della Coppa Italia si traducono in altri 10 milioni. E poi, ovviamente, le cessioni sul mercato: gli addii di Hakimi e Lukaku (concretizzati dopo il 30 giugno) hanno garantito circa 90 milioni dal punto di vista economico e 180 milioni di incasso lordo sul fronte finanziario. Da non tralasciare l’addio a Conte ed una politica oculata sui costi: se l’anno scorso le spese per il personale erano pari a 261 milioni, quest’anno il dato scende drasticamente a 160 milioni.

Come detto, però, la perdita che sarà di poco inferiore ai 100 milioni dovrà essere in qualche modo ripianata e per questo si farà nuovamente ricorso al mercato, “ma stavolta con una strategia meno invasiva. Le stime per riportare i costi a livello dei ricavi parlano della necessità di una sessantina di milioni di plusvalenze e di un ulteriore taglio del 15% degli stipendi. Insomma occorrerà ancora lavorare bene sul calciomercato, ma senza la necessità impellente di dover cedere per forza più di un top player”.

Chi il sacrificato?

Secondo la rosea, i nomi più appetibili per sistemare il bilancio sono cinque: Barella, Lautaro, Skriniar, Dumfries e Bastoni. L’olandese potrebbe non bastare, poiché dalla sua cessione si ricaverebbero al massimo 40 milioni; lo slovacco con il contratto in scadenza nel 2023 è in odore di rinnovo e la sua cessione sarebbe difficilmente digeribile dopo un’annata straordinaria; Barella è designato come prossimo capitano e servirebbe un’offerta in tripla cifra per far vacillare Marotta e Ausilio; Lautaro ha chiuso in crescendo, è l’unica certezza in attacco e l’apertura imminente di un ristorante a Milano è un indizio sulla permanenza.

Resta, dunque, Alessandro Bastoni. Il difensore “con l’Inter sottopelle, papà da poco, fresco di rinnovo con corposo adeguamento (da 1,5 a 2,8 milioni, che possono diventare 4 con i bonus, fino al 2024) e adorato da Inzaghi, compagni e dirigenti. Però un profilo come il suo fa gola a tante big europee. Pep Guardiola stravede per l’ex Parma e nel maggio scorso, prima del rinnovo, il City aveva messo sul tavolo 60 milioni. Ale e Inter dissero no, anche perché nel frattempo il Psg era piombato su Hakimi. Se però qualche top club tornasse a bussare con insistenza, a malincuore Marotta potrebbe aprire uno spiraglio”. Questa volta, con un’offerta da 60 milioni, l’affare potrebbe andare in porto.

(FONTE: LA GAZZETTA DELLO SPORT)

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