Andrea Pinamonti ha vissuto una stagione da protagonista nell’Empoli, dove ha collezionato 36 presenze, 13 reti e 2 assist. Un bilancio positivo, ma ora è tempo di tornare all’Inter, squadra in cui è cresciuto fino ad arrivare in prima squadra, in due diverse fasi della sua carriera. Nella prima che è durata dal 2016 al 2018, si è allenato con Icardi, mentre nel 2020, ha conosciuto i metodi di lavoro di Antonio Conte. Due persone che sono state importanti per lui e che ha ricordato nell’intervista a Cronache di Spogliatoio: “Quando sono arrivato, Icardi mi ha preso sotto la sua ala, dicendomi che gli ricordavo se stesso arrivato a Genova, giovanissimo e perso tra le novità. Al mio primo anno fuori dal convitto non riuscivo a trovare un appartamento, ma lui mi ha prestato la sua casa, che era davanti alla sua. Ogni mattina mi accompagnava all’allenamento e mi riportava indietro. Mi facevo scarrozzare, Ha visto qualcosa in me”.
Nell’anno dello scudetto, invece, Pinanonti ha giocato poco. Nonostante, questo, però, l’esperienza è stata positiva: “Ero consapevole delle scelta di Conte, ma è stata una stagione produttiva perché ho imparato tanto. Solo all’inizio avevo paura di aver preso una decisione errata. In nerazzurro ho fatto a sportellate con difensori fortissimi in allenamento e rubato con gli occhi a Lukaku, Lautaro e Sánchez”.
La scorsa estate, l’attaccante italiano ha scelto di andare all’Empoli: “Non ero convinto e non potevo sbagliare. Ho vissuto un annata da protagonista, punto di riferimento all’interno di un progetto. Lavorano bene, vogliono bene ai ragazzi, alle giovanili e alla femminile. Ti confronti con persone alla mano, vivi con serenità giorno dopo giorno”.
Il suo futuro a Milano di Pinamonti è incerto. L’obiettivo dei nerazzurri, infatti, è quello di una cessione per poter incassare almeno una ventina di milioni. Una cifra che aiuterebbe la società a raggiungere l’obiettivo di sostenibilità. Sulle sue tracce ci sono l’Eintracht Francoforte e il Sassuolo (in caso di partenza di Gianluca Scamacca).
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