Lukaku ha fatto una promessa a Inzaghi. C’è un filo diretto tra Romelu e Simone


Dieci giorni. Tanto è durata la convivenza, un anno fa, tra Romelu Lukaku e Simone Inzaghi. Il tecnico arrivò per sostituire Antonio Conte ad inizio giugno, dirigendo il primo allenamento l’8 luglio; il belga, all’epoca totem dell’Inter e protagonista dello Scudetto, arrivò intorno al 25 dopo l’Europeo disputato con il suo Belgio. Il tempo di un’amichevole contro il Crotone, poi le voci sempre più insistenti sulla mega-offerta del Chelsea e infine l’addio, consumatosi con la fuga del numero 9 nella prima settimana di agosto e poi culminato con l’annuncio ufficiale del 12.

Sono successe tante, tantissime cose nel frattempo. Inzaghi si è ambientato bene all’Inter, sorprendendo tutti con un girone d’andata scoppiettante, prima del blackout totale tra febbraio e marzo costato il titolo ai nerazzurri. Lukaku, invece, al Chelsea non si è neppure ambientato, vivendo la sua peggior stagione da quando calca palcoscenici di alti livelli: il rapporto con il tecnico Tuchel si è precocemente deteriorato, dando vita ad un’escalation negativa sfociata nell’incompatibilità tecnica e caratteriale. Scenario che non sembra verosimile se applicato a Lukaku e Inzaghi, che in quei dieci giorni ad Appiano hanno instaurato un ottimo feeling, come testimonia il filo diretto fra i due che potrebbe condurre al clamoroso ritorno di Big Rom a Milano in questa settimana.

La promessa

La Gazzetta dello Sport svela i dettagli sulle comunicazioni fra attaccante e allenatore. “Rom ha passato gli ultimi mesi al telefono con ex compagni e dirigenti per organizzare nel dettaglio questo spericolato ritorno a casa, ma negli ultimi tempi le sue attenzioni si sono rivolte anche a Inzaghi. C’è un filo diretto con l’allenatore e, anche se non c’è ancora stata una vera lunga chiacchierata tra i due (quella si farà quando sarà trovato l’equilibrio definitivo tra i club), i messaggi sono stati tanti. E hanno ruotato attorno a un semplice concetto: lo Scudetto. Quello che Romelu ha stravinto, senza avere poi la possibilità di festeggiare in un San Siro bollente o in mezzo a un popolo che lo adorava. Quello che, invece, a Simone è sfuggito per un concatenarsi di eventi in due mesi di strano black-out”.

Il rapporto con l’Inter non si è mai interrotto. “Londra nel tempo è diventata una città piuttosto ostile per il belga: in certe serate particolarmente grigie, le partite dell’Inter erano un rito nostalgico che metteva di buon umore. Nell’ultima stagione Rom è stato un tifoso in più, deluso come tutti per la beffa del Milan. Quei Diavoli in giro per la città in pullman gli hanno lasciato un sapore amaro: era la scena che avrebbe voluto vivere lui stesso un anno fa e che gli è stata tolta dalla pandemia. Per questo Romelu ha ripetuto al tecnico nerazzurro (ma a tutte le componenti della società) che si farà perdonare per il “tradimento” del 2021 con una precisa missione: vuole dare un colpo di forbice a quel tricolore. Lavorerà dal primo giorno per strapparlo dalla maglia del Milan e appuntarlo sul nerazzurro, con l’aggiunta dell’agognata seconda stella“.

Variazioni sul tema

La stagione appena trascorsa è stata contraddistinta anche da un leitmotiv tattico, che richiama una lacuna strutturale dell’Inter: la mancanza di un giocatore straripante in contropiede costringeva la squadra a dover fare sempre e comunque la partita, senza concedersi un attimo di pausa, senza poter mai abbassare davvero la difesa per resistere e respirare. Ed aspettare il momento buono per ripartire. Inzaghi lo sa.

“Spesso nell’ultima stagione alla sua Inter è mancato proprio un ariete capace di buttare giù i muri più spessi: nelle partite scivolose, sporche, un tocco del centravantone avrebbe risolto. Nel canale aperto Rom-Simone non si parla ancora di tattica e posizioni in campo, ci mancherebbe pure, ma è chiaro che la variante Lukaku cambierebbe nel profondo una squadra che ha vinto due titoli restando fedele alla propria identità. L’Inter di Simone ha sempre inseguito la bellezza, non la forza, ma con il ritorno del figliol prodigo potrebbe pure cambiare i connotati. A volte, non sempre, potrebbe pure abbassarsi in modo da lasciare campo davanti all’attaccante belga. A Londra non lo hanno capito, ma Rom è ancora un giocatore da football americano: fare touchdown è ancora la sua specialità”.

(FONTE: LA GAZZETTA DELLO SPORT)

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