IL COMMENTO – Girone della morte sì, ma l’Inter non ha niente da perdere: se la giochi!


Per l’ennesima volta, l’urna di Nyon è stata eccessivamente punitiva con l’Inter, forse come mai prima. I nerazzurri, come sappiamo, sono stati sorteggiati insieme a due autentici colossi del calcio mondiale: il Bayern Monaco di Nagelsmann, una macchina da guerra che specialmente nella fase a gruppi si scatena segnando caterve di gol; e il Barcellona, che con Xavi ha ritrovato credibilità già a partire dalla seconda metà della scorsa stagione (per chi non se lo ricorda, basta riguardare il 4-0 dello scorso marzo inflitto al Real poi campione d’Europa e di Spagna…). Come se non bastasse, i catalani hanno piazzato in estate il super colpo Lewandowski, oltre a Raphinha, Koundé, Kessié e Christensen.

Insomma, dire che per l’Inter qualificarsi è difficile appare quasi come un eufemismo. I nerazzurri, però, possono e devono trovare qualche spiraglio per credere in un’impresa. No, non parleremo della Champions del 2010, quando la squadra di Mourinho sconfisse Barcellona in semifinale e Bayern in finale: sarebbe inutile retorica e sterile populismo, dal momento che nella squadra di oggi non c’è nessun reduce da quella meravigliosa annata (e ci mancherebbe, dopo 12 anni…). Eppure, sui social questo concetto si legge e rilegge a dismisura.

L’Inter, piuttosto, deve puntare sul fattore psicologico. Se negli ultimi anni – fatta eccezione per la stagione del ritorno in Champions – ai nerazzurri veniva chiesto di qualificarsi, nonostante sorteggi comunque scomodi, questa volta la mole di sfortuna abbattutasi sugli uomini di Inzaghi è veramente spropositata. E allora l’Inter non ha niente da perdere, per una volta non ha troppe pressioni addosso (nonostante in molti giocheranno a caricare comunque la Beneamata in questo senso, vedrete…), c’è comunque la bellezza e la motivazione (reciproca) di affrontare avversari mitici in serate meravigliose: deve giocarsela. Può farlo se riparte dalle buone prestazioni contro Real Madrid ai gironi e Liverpool agli ottavi, quando ha gravemente peccato di cinismo venendo castigata da Blancos e Reds ma ha mostrato un gioco propositivo che ha messo in difficoltà gli avversari.

Se i nerazzurri mancheranno nuovamente in freddezza sotto porta e nelle scelte decisive, allora verranno puniti ancora e forse pure più brutalmente rispetto all’anno scorso. Ma se per caso dovessero ripetere quelle prestazioni, aggiungendoci concretezza in fase di finalizzazione, allora ci sarà partita. L’Inter deve crescere ulteriormente in campo europeo: può farlo anche se dovesse essere eliminata. Ma fino a quando l’ultima condizione non si verifica, la squadra di Inzaghi non può e non deve sentirsi tagliata fuori.

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