Federico Dimarco, perchè sente il derby più di ogni altro giocatore: gli inizi, la Curva e l’amicizia con Lukaku


Per lui il derby è il derby all’ennesima potenza. “Federico Dimarco non è un tifoso dell’Inter, è qualcosa di più. Sin da bambino l’umore delle sue giornate, perfino il colore del cielo, cambiava in base al risultato dei nerazzurri. Figurarsi adesso che quei colori, amati sopra ogni cosa, li porta addosso come fossero una veste sacra”. Questo il ritratto della Gazzetta dello Sport.
“Per spiegare cosa significhi per lui vestirsi di nerazzurro, giocare un derby e perfino risolverlo, bisogna tornare ai primi anni Duemila: non faceva neanche le elementari e già Federico provava a colpire col mancino come Vieri. E già frequentava la curva Nord, un rito per lo zio Sergio quando non era con papà Gianni nella loro storica Ortofrutta di Corso di Porta Romana, ormai meta di pellegrinaggio per nerazzurri romantici. Gol e ricordi sono concentrati lì, nel campetto di cemento davanti al negozio di famiglia. Federico detto “Whiskey” considerava casa San Siro, distante da quella vera in zona Calvairate, tra Viale Molise e Piazzale Cuoco, lì dove vivono ancora i suoi genitori. Pare che ad ogni giocata di Dimarco i vicini di casa esplodano ancora.

A 8 anni Federico entrò nel settore giovanile per la prima volta, accolto da Giuliano Rusca, un maestro di calcio e ancora oggi il responsabile dell’attività di base nerazzurra: fisicamente non sembrava adatto, ma bastava vederlo calciare per cambiare idea. Ha vinto uno scudetto Under 15, uno Under 17, un torneo di Viareggio e una Coppa Italia Primavera. Nel dicembre 2014, l’esordio in Europa League con Mancini, poi l’Odissea dei prestiti. Tanta panchina ad Ascoli, a Empoli, al Sion più un brutto infortunio a un piede. Con il Parma a San Siro nel 2018 è arrivato il lusso della prima rete in A da raccontare ai nipotini: sinistro all’incrocio proprio contro l’Inter, a volte il destino sa essere beffardo. A Verona con Juric ha aggiunto le ultime pagine del libro e da due anni eccolo lì, tornato definitivamente a casa. Oggi dentro allo spogliatoio è l’unico vero milanese e custode dell’interismo. In più, è diventato l’amico del cuore di Romelu Lukaku: la rinascita del belga, magari già dal derby, passa anche dalle doti di motivatore di Dimarco“.
(FONTE: LA GAZZETTA DELLO SPORT)

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