Beppe Marotta a tutto Inter: “Quando non c’erano i risultati ingiusto addebitare tutte le colpe a Inzaghi. Bastoni vicino al rinnovo. Con un assegno in bianco comprerei…”

Ospite alla Milano Football Week, l’ad del club nerazzurro Beppe Marotta ha parlato di Inter a tutto tondo.
“La semifinale Champions di ritorno? Siamo avvantaggiati ma dobbiamo leggere bene il momento ed essere umili, motivati, convinti di farcela a raggiungere qualcosa di importante. Ma non bisogna cullarsi su questo risultato, l’esperienza mi insegna che le casistiche ci sono”.

C’è il rimpianto per non aver segnato il terzo gol?
“La cosa più importante è la prestazione, che ha convinto. Questi sono i presupposti migliori per affrontare un ottimo avversario nel ritorno. Poi il 2-0 è diverso dal 3-0, però poi è arrivato anche il palo di Tonali. Io il 2-0 non lo avrei mai immaginato”.

Quali sono i meriti di Inzaghi in caso di finale?
“Tantissimi. Come nel caso negativo l’allenatore viene messo nel mirino delle critiche. Poi bisogna parlare anche degli attori fuori dalla luce dei riflettori, come i magazzinieri. All’Inter c’è una grande cultura che è quella di dare sempre il massimo. La massima espressione è Inzaghi che ha saputo superare momenti di forte pressione e critiche forse esagerate, ma chi vive nello sport deve convivere con questa realtà”.

Come mai un rendimento così difficile in campionato?
“Questa è una stagione atipica, con un Mondiale a metà. Stiamo studiando dal punto di vista delle performance, perché posso testimoniare che i diretti interessati dalla kermesse prima della fine della prima parte della stagione e al rientro hanno dimostrato di essere condizionati. Fermo restando che il Napoli ha meritato lo Scudetto, dobbiamo riflettere sull’importanza del rapporto mente-corpo. Questi sono aspetti che vanno considerati nel mondo dello sport di oggi; la mente rappresenta un aspetto fondamentale per ottenere risultati”.

Un bilancio ad oggi…
“Ad oggi il consuntivo non può che essere positivo: essere in tre competizioni di cui due dove siamo protagonisti ti offre una valutazione di sette, se in campionato fossimo stati più avanti sarebbe stata 9-10. La valutazione sull’allenatore deve diventare la valutazione su noi stessi: quando abbiamo perso punti con squadre inferiori, con tutto il rispetto, qualcosa non ha funzionato e non è giusto addebitare tutto al mister. Le responsabilità vanno condivise con management e società. Inzaghi sta facendo bene, ha recuperato da quel momento di negatività. In quel momento era giusto mettessi pressione perché siamo l’Inter e dobbiamo esserlo sempre”.

Leao vicino all’Inter?
“Sì, posso dirlo. Ma poi facemmo scelte differenti”.

Su Skriniar.
“Di questa vicenda vorrei parlarne a stagione finita. Sicuramente poteva risolversi in modo migliore, ma voglio parlarne dopo per tutelare la società. Se potrà recuperare per la finale poi deciderà il tecnico. Il valore non si discute ma non si allena da due mesi, quindi è in difficoltà sul piano agonistico”.

Sente qualche responsabilità per i sogni dei tifosi?
“Nel vivere l’Inter ci sono anche certe emozioni. Lo sport è bello in generale, sono fortunato. Poi mi carico di responsabilità quando i tifosi ti danno fiducia e la trasmettono ai giocatori e ai dirigenti. Il senso di responsabilità è forte e ci dà motivazioni. Poi il calcio è imprevedibile”. 

Romelu Lukaku?
“Stagione atipica la sua. Il giocatore non è nostro ma del Chelsea. Non so le loro intenzioni, bisogna vedere chi sarà l’allenatore… Lui si è integrato con noi, con la società e la città, è un trascinatore, da 1 a 10 diciamo 6 sul fatto che possa restare”.

Su Lautaro Martinez.
“Sta crescendo, ha 25 anni. A questa età essere capitano è qualcosa di forte. Lui è un bravissimo giocatore ma anche un uomo che ha valori, le premesse ci sono”.

I rinnovi di Dzeko e Bastoni?
“Su Bastoni grande ottimismo, sono certo che stavolta c’è la risposta del ragazzo e del suo procuratore Tinti, arriveremo a un accordo. Su Dzeko è una decisione che va presa insieme fermo restando che come società abbiamo dei parametri da rispettare”.

Sul rapporto con Steven Zhang.
“Stevan è una persona che ha rapidità di lettura dei fatti nonostante la giovane età. Lui ascolta molto, parla poco ma quando parla dice cose sensate. Lui ci ha portato la certezza del comando, forte della presenza del padre. Steven si appassiona sempre più del calcio, è una persona positiva”.

Con un assegno in bianco chi comprerei?
“Haaland, che ho sfiorato alla Juve. Ha 23 anni e ha grandi potenzialità”.

I giocatore più simpatico dell’Inter?
“Tutti, uno in particolare Onana”.

Il più serio?
“Chi si comporta bene ed è nato a 10 km dalla Pinetina è Matteo Darmian. E’ un grande professionista”.

L’Inter della prossima stagione e il futuro di Marotta.
“Il calcio italiano non è l’espressione dell’eldorado del calcio. Oggi il calcio deve essere sostenibile e dobbiamo inventarci dei modelli. Bisogna valorizzare i giovani. L’Inter deve essere capace di allestire una rosa competitiva. Se non siamo capaci di farlo siamo meritevoli di essere cacciati. Avere soldi in tasca significa fare operazioni importanti, ma non avere soldi porta a trovare soluzioni anche inedite. Il mio mandato è di altre due stagioni. Quello che sarà il futuro non lo so, guardo al presente, a stasera, a martedì. Io mi trovo bene all’Inter, sto bene a Milano e mi sento realizzato”.

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