Sommer: “Non vedevo l’ora di venire all’Inter. L’altezza non è un problema”

Yann Sommer ha rilasciato un intervista a Dazn.

Com’e San Siro?
“San Siro è veramente bello. Non è stata la mia prima partita in questo stadio, ci avevo già giocato con il Borussia Monchengladbach in Champions League. Non c’era il pubblico per via del Covid, questa volta invece i tifosi c’erano. C’erano quelli dell’Inter ed stato bellissimo”.

Sei felice di essere qui? Era quello che volevi veramente?
“Certo, al 100 percento, perché l’Inter è un grande club con una lunga tradizione. Per me è tutto completamente nuovo. Un nuovo campionato, un nuovo grande club da portiere titolare. Questa sarà una grande sfida, vedremo cosa succederà. In tutti i club in cui ho giocato in passato mi sono trovato bene e adesso all’Inter è tutto molto bello. Non vedevo l’ora di arrivare e di misurarmi in un nuovo campionato, in un altro paese con altre cultura e lingua, con nuovi compagni di squadra. E ora voglio vincere con l’Inter”.

Quali parole stai imparando in italiano?
“Prima di tutto, termini che riguardano il campo come destra, sinistra, dietro, sali, uomo. Non dico mia, ma sì oppure ja in tedesco, che è la stessa cosa. A volte comunico in inglese o in tedesco, ci sono compagni che lo parlano. Quindi non avremo problemi”.

Qual è la prima cosa che ti ha detto Inzaghi?
“Mi ha spiegato cosa si sarebbe aspettato da me come portiere, dicendomi che era felice di avermi all’Inter. Gli ho risposto la stessa cosa, che ero felice di poter lavorare con lui”.

Sei il portiere più basso della sErie A, 1 metro e 83.
“Per me non è importante quanto sia alto un portiere. Così come per i giocatori, per esempio in Europa vedi anche dei piccoli difensori centrali. Se non sei altro fevi fase le altre cose molto bene: il tempo di gioco, l’esplosività, la forza, il salto, il coraggio… Tutti questi aspetti sono fondamentali per compensare l’altezza. Per me non è un problema”.

Qual è la tua qualità migliore?
“Credo sia sempre importante l’esplosività e la velocità di movimento con i piedi. Per me è importante fare dei piccoli passi con il giusto tempo e, ripeto, per me l’altezza non è mai stata un problema”.

Questa squadra gioca molto palla a terra. Ti piace come mentalità?
“Sì, mi piace. Ovviamente bisogna considerare anche i rischi e trovare il giusto equilibrio, ma mi piace, perché è importante saper far partire l’azione da dietro. A volte possono esserci dei rischi, ma con i movimenti corretti e con varie opzioni per giocata non possono esserci problemi. Per un portiere giocare in una squadra del genere è un privilegio”.

Hai giocato con Thuram al Borussia Monchengladbach: gli hai scritto prima di venire all’Inter?
“Ovviamente. Anche lui mi ha scritto. Gli ho chiesto come fossero l’Italia e l’Inter. Mi ha risposto su Whatsapp con due pezzi di pizza. Scherzi a parte, mi ha parlato di come fosse bello qui e dell’intensità degli allenamenti, e che qui si fa il massimo per vincere, il gruppo è affiatato, il club è grande. L’ho ringraziato dicendogli “Ci vediamo lì””.

Ciriaco Sforza, ex giocatore dell’Inter e tuo connazionale, è molto famoso in Italia per un film cult.
“E’ stato il mio allenatore, una brava persona. E’ passato tanto tempo. Adesso lavora come opinionista in una tv svizzera. Fu un bel periodo, arrivammo terzi con il Grasshopper. Non ho ancora parlato con lui del mio trasferimento a Milano, lo farò più avanti”.

Quale compagno all’Inter ti ha impressionato di più?
“Difficile. Mi è sempre piaciuto Calhanoglu da quando giocava in Germania. Ovviamente anche Lautaro”.

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