IL PUNTO – La certezza di Inzaghi: le rotazioni possono valere per tutti tranne che per Lautaro

“Ridurre il calcio a un fatto meramente individuale è sempre sbagliato. Si vince e si perde con il collettivo. Certo, però, quando vedi Lautaro entrare in campo e fare 4 gol, Leao sgasare sulla sinistra e decidere una partita, Kvara in versione scorsa stagione, Osimhen partire dalla panchina per poi lasciare il segno e un Luis Alberto irriconoscibile contribuire ad accompagnare la Lazio nel baratro, ti viene il sospetto che l’Italia che torna in Champions possa ripartire dalle certezze, o dalle mancanze, dei singoli”. Questa l’analisi di Sportmediaset.it.

Inzaghi, nell’eterna tentazione di un turnover inevitabile quando si parla di una rosa così vasta e di qualità, ha una certezza in più: le rotazioni possono valere per tutti tranne che per Lautaro. Poi mettere Pavard, far riposare Bastoni e Dimarco, provare Klaassen, ancora un po’ spaesato, da mezzala, schierare Carlos Augusto titolare a sinistra. Ma non puoi rinunciare all’argentino. Il record dei quattro gol da subentrato dice tanto (soprattutto il fatto che per sbloccare la partita ci sia bisogno di lui…) ma è l’istintiva e collaudata (anche se giocano insieme da poco più di un mese) con Thuram a rendere letale l’Inter in zona-gol. Sanchez prova a venire incontro, liberare spazi, cercare di servire i compagni ma la luce si accende quando entra Lautaro. Thuram sa come servirlo e dove. Vedere alla voce primo gol. Il Benfica avrà preso appunti con una certa apprensione”.

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