L’ANALISI – E chi se l’aspettava, all’intervallo? L’Inter riprende a correre


Per 45 minuti, è stata esattamente la partita che ci aspettavamo. O forse, che temevamo. Affrontare il Torino a casa sua è sempre un impegno particolarmente ostico per l’Inter, specialmente da quando sulla panchina dei granata siede un tecnico preparatissimo come Ivan Juric, che ancora una volta ha organizzato bene la sua squadra in entrambe le fasi, depotenziando i nerazzurri e sorprendendoli derogando dalla difesa a tre e schierando un 4-2-3-1.

Nel primo tempo, la squadra di Simone Inzaghi ha disputato oggettivamente una brutta prova. Si era detto, in settimana, che i granata fossero tra gli avversari peggiori da cui pescare dopo una sosta nazionali che, per una squadra come l’Inter, significa dispendio di energie elevato in giro per il mondo. E infatti scegliere un giocatore sopra la sufficienza, nei primi 45 minuti, si è rivelato un compito arduo. Solo Sommer e De Vrij, probabilmente, a fronte di una spinta inesistente di Acerbi e Pavard, di imprecisioni e palle perse dai centrocampisti, di prove spente dei quinti, di un Lautaro troppo distante dall’area e da un Thuram costretto a fare i chilometri tentando di avventarsi sui lanci a lui (malamente) indirizzati dagli altri reparti.

Cambi decisivi, risultato inaspettato

Se qualcuno all’intervallo ci avesse parlato di una vittoria dell’Inter, sicuramente avremmo immaginato un 1-0 sofferto fino all’ultimo secondo. E invece, nel secondo tempo, la partita ha preso una piega favorevole agli uomini di Simone Inzaghi. Piega che è stata forzata e orientata dai cambi decisivi.

Il tecnico piacentino non ha esitato e già al 56′ ha optato per il triplo cambio, mossa vincente: dentro Frattesi, Dumfries e Carlos Augusto per Barella, Pavard e Dimarco. Sono stati soprattutto l’italiano e l’olandese a determinare l’esito della gara. Si tratta, infatti, di due giocatori palesemente in fiducia, come dimostra la sfacciataggine con cui hanno cercato costantemente l’uno contro uno. Certo, sarebbe disonesto dimenticare il grave infortunio occorso a Schuurs – perno e stella della difesa granata al quale vanno i nostri migliori auguri di pronta ripresa -, che ha costretto gli uomini di Juric a riorganizzarsi e perdere consistenza nel reparto arretrato.

Dicevamo degli uno contro uno. È proprio da questa situazione che è nato il gol di Thuram, con un Dumfries subito protagonista e capace di piazzare l’assist decisivo al francese, il quale si è sbloccato in trasferta segnando il suo quarto gol in campionato. Il Torino aveva subito solo una rete in casa, in questa stagione, per la precisione dalla Roma e da Romelu Lukaku. La zampata di Thuram rappresenta certamente un segnale verso il big match di domenica prossima.

Da quel momento in poi, la strada si è fatta in discesa per l’Inter, che ha replicato un po’ quanto fatto a Salerno: primo tempo brutto, secondo tempo all’insegna dello strapotere. E a proposito di Salerno, Lautaro Martinez è entrato anche questa volta nel tabellino dei marcatori, sfruttando la sponda di testa di Acerbi e insaccando il 2-0, beffandosi dei voli transoceanici, del jet-lag, della stanchezza: sono 11 gol in campionato per l’argentino, 12 stagionali in 11 partite totali. Numeri clamorosi.

Nel finale, c’è stato il tempo per Mkhitaryan di riscattarsi dopo un paio di brutte palle perse nel secondo tempo, con una serpentina nei minuti finali che ha costretto Ilic al fallo e al rigore, trasformato da Calhanoglu. Lo 0-3 era forse il più inaspettato dei risultati, all’intervallo.

Si tratta di una vittoria quanto mai preziosa, per diversi ordini di motivi. Il primo è che il successo in trasferta dopo la sosta non è mai banale, il secondo è che c’era da rialzarsi dopo il brutto pareggio col Bologna prima della pausa e riprendere a correre. E poi i numeri sempre più importanti di questa Inter, che mantiene sicuramente la miglior difesa (5 gol subiti) e probabilmente il miglior attacco (24 gol fatti), a meno di goleade in questa domenica. La squadra di Inzaghi, inoltre, vince la quarta partita su quattro in trasferta e lo fa senza aver subito ancora un gol lontano da San Siro. Un attestato di personalità. E poi c’è la classifica: con questo successo, i nerazzurri si garantiscono la certezza di guadagnare punti su Milan, Juventus o entrambe.

Stasera, a San Siro, si saprà se la vittoria del “Grande Torino” sarà utile anche per riprendersi quel primo posto in classifica che, stando ai numeri appena citati, l’Inter meriterebbe pienamente. Fra “meritare” e “ottenere”, però, passano i fattori ‘mentalità’ e ‘concentrazione’, che con Sassuolo e soprattutto Bologna hanno tradito i nerazzurri. E saranno questi stessi fattori a determinare le possibilità tricolori degli uomini di Inzaghi.

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