Dal ‘catenaccio’ al ‘blocco basso’: certo servilismo non muore mai. Ma chi vince ha ragione, vero. E noi abbiamo vinto. Buon 2024!

Una volta la parola ‘catenaccio’ faceva venire conati di vomito. Chi lo praticava era un eretico, blasfemo, un anti-Cristo. Poi ci fu il tempo delle fazioni tra ‘giochisti’ e ‘risultatisti’, tra chi praticava il bel calcio e chi invece badava solo al risultato. Poi arrivò lui, Max Allegri da Livorno, e le parole ‘catenaccio’ e ‘risultatisti’ si trasformano come per incanto in ‘blocco basso’ e ‘funzionalismo’. Capite a che punto è arrivato il servilismo di certa stampa? Perfino uno serio e preparato come Pierluigi Pardo commentando Juve – Roma su Dazn ha elogiato più volte il concetto di ‘blocco basso’. Caro Pier, dire ‘catenaccio’ era troppo hard per i telespettatori? Un’altra sviolinata arriva da Fabio Caressa (Sky Calcio Club): “Non può non esserci un’estetica della difesa. Perchè la difesa non è una cosa bella?”. Nulla di male affermare che la Juve sia tra le squadre con il baricentro più basso in Serie A e che il suo 3-5-2 diventa spesso un 5-3-2 piazzando (di fatto) un pullman davanti alla porta ma cavolo, per non ferire lo stile della Vecchia Signora ora cambiamo anche l’etimologia del linguaggio calcistico? Un giorno, vedremo mai inserita sugli annali di storia sotto la voce ‘catenaccio’ (wikipedia) – oltre al Milan di Rocco, all’Inter di Herrera e al Napoli di Bianchi – anche la Juve di Allegri? Chi vivrà vedrà, ma dubitiamo.

Comunque, alla prostituzione intellettuale non c’è mai fine. Uno come Arrigo Sacchi, mai tenero con chi bada solo a difendersi senza costruire, sul muro difensivo della Juve così afferma sulla Gazzetta: “Lì dietro non concedono un centimetro agli avversari. Sempre concentrati e sempre attenti”. Insomma, un elogio, che per carità ci sta, ma poi non dica che il gioco di Simone Inzaghi all’Inter è vecchio, troppo italiano e poco internazionale. Capite che confusione regna sopra le nostre teste? La coerenza nel calcio è morta da anni, nessun opinionista che si permetta di osservare che la morte del calcio è anche l’anti-calcio di Allegri, ormai ostico anche a una certa fetta di tifosi bianconeri. Ma chi vince ha ragione e chi perde spiega. Vero. E noi in questo 2023 abbiamo vinto la Supercoppa Italiana e la Coppa Italia e siamo vice campioni d’Europa. Gli altri (Napoli a parte) che spieghino pure. Buon 2024 a tutti noi e a tutti voi!

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