Il vicepresidente dell’Inter, Javier Zanetti, è stato sentito per quasi due ore in un ufficio riservato della Polizia di Milano nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia, che dieci giorni fa ha portato all’arresto di 19 persone e allo smantellamento dei vertici delle curve dell’Inter e del Milan.
Zanetti, che ha confermato di conoscere da anni alcuni degli ultras coinvolti, ha spiegato che tali rapporti risalgono ai tempi in cui era calciatore, capitano e ora dirigente della società nerazzurra. Tuttavia, ha smentito categoricamente di aver mai ricevuto minacce da parte dei capi ultras, in linea con quanto dichiarato recentemente dall’allenatore Simone Inzaghi.
Durante la deposizione, Zanetti ha riferito che Marco Ferdico, leader della Curva Nord, gli aveva accennato alla questione dei biglietti per la finale di Champions League 2023, disputata a Istanbul. “Io ne parlai con la base della dirigenza, non con Marotta”, ha precisato. Il vicepresidente ha inoltre ammesso di aver avuto contatti con i capi della curva, ma sempre in un contesto “tranquillo” e mai minaccioso. Ha anche negato di aver avvisato Ferdico di un monitoraggio della polizia sulla curva, dichiarando: “Non è vero”.
Sul fronte dell’inchiesta legata al pestaggio del personal trainer Cristiano Iovino, avvenuto in una discoteca di Milano e che coinvolge alcuni ultras milanisti, è stato annullato l’interrogatorio del rapper Fedez, inizialmente dato per indagato. I legali del cantante hanno precisato che non c’era mai stata alcuna convocazione formale.
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