Tra tutte le occasioni in cui Simone Inzaghi avrebbe potuto ritrovarsi faccia a faccia con la storia, questa sembra la più incantata. C’è un’aria nuova che soffia su Appiano Gentile, un vento deciso che spettina la primavera e sospinge l’Inter verso l’ignoto. Mai come ora Inzaghi ha sentito così forte il soffio del destino alle spalle, mai la sintonia con il popolo nerazzurro è stata così completa. Qualcosa di mistico pare guidarlo, mentre nel silenzio della Pinetina prepara una partita d’attacco, non solo di attesa. Coraggio al posto della paura, a ogni costo. Così si affronta il Bayern Monaco, bellicoso e imperfetto, con l’ambizione dei grandi d’Europa. Ambizione che, oggi, appartiene a pieno titolo anche a Simone.
Inzaghi, il rinnovo
C’è un passato da invertire: quattro precedenti a San Siro contro il Bayern, quattro sconfitte, l’ultima in Champions, la prima nella dolorosa Coppa Uefa del 1989. Ma questa volta c’è la sensazione che qualcosa possa davvero cambiare. Il vento sembra favorevole, e Simone lo sente. Lo sente anche il club, che da tempo ha deciso di costruire con lui un futuro stabile. Il rinnovo fino al 2026 è ormai superato nei fatti: si lavora per allungare fino al 2028, con adeguamento dello stipendio. Un percorso iniziato in sordina nel 2021 con un contratto da 4 milioni, che oggi vale 6,5 e presto potrebbe toccare i 7. Se arrivasse in fondo, sarebbero sette anni consecutivi alla guida dell’Inter: una rarità, quasi un’eccezione nella storia del club. Ma si sa, all’Inter si entra nella leggenda solo vincendo in Europa. Herrera, Mourinho: sono loro i sovrani. Simone, ora, è sulla strada del trono. Sta a lui conquistarlo.
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