Il presidente del Comitato “Sì Meazza”, Luigi Corbani, ha presentato un esposto alla Corte dei Conti in merito alla vendita dello stadio San Siro da parte del Comune di Milano a Inter e Milan. L’associazione, che nei mesi scorsi aveva già segnalato alla Procura presunte irregolarità legate al prezzo di cessione dell’impianto, denuncia ora il rischio di un “grave e ingente danno erariale” causato dall’operato degli amministratori e dirigenti comunali, in concorso con i rappresentanti delle due società calcistiche. Secondo l’esposto, parte del danno sarebbe già stato compiuto e potrebbe aggravarsi ulteriormente con il prosieguo dell’operazione.
San Siro, la situazione
Il documento sottolinea inoltre che lo stadio Meazza, realizzato da un autore non più vivente e ormai soggetto a vincolo di tutela dal gennaio 2025, è da considerarsi inalienabile e non può essere demolito in quanto bene pubblico. La procedura di vendita viene definita “anomala”, in quanto condotta in prima persona dal sindaco, con un’interlocuzione diretta con i club che – secondo l’associazione – avrebbe compromesso il corretto iter amministrativo previsto dalla normativa, esautorando dirigenti e funzionari comunali.
Un’ulteriore criticità riguarda la scadenza, il 30 aprile, del termine per presentare eventuali offerte alternative all’acquisto dell’impianto: secondo il Comitato, tale passaggio sarebbe avvenuto in assenza di una delibera formale del Consiglio comunale che autorizzasse la vendita dello stadio e delle aree limitrofe. L’esposto segnala infine che non risulterebbero atti ufficiali che abbiano deliberato né la cessione del “Meazza” né la sua demolizione, né tantomeno la costruzione di un nuovo stadio nell’area del Parco dei Capitani o l’accettazione della proposta avanzata da Inter e Milan.
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