L’impressione è che l’avventura di Simone Inzaghi sulla panchina dell’Inter si sia conclusa a Monaco. Dopo una disfatta tanto sonora quanto amara nella finale di Champions League – un pesantissimo 5-0 contro un Paris Saint-Germain semplicemente ingiocabile – è difficile immaginare una ripartenza insieme. I dubbi sul futuro del tecnico piacentino aleggiavano già alla vigilia del match, ma erano stati accantonati in nome di un appuntamento troppo importante per lasciare spazio alle incertezze.
Inzaghi, la situazione
La sconfitta, però, ha lasciato segni profondi. E le parole di Inzaghi nel post-partita non hanno fatto nulla per allontanare l’idea di un addio imminente. Anche in vista dell’imminente Mondiale per Club negli Stati Uniti, appare complicato pensare che si possa andare avanti con le stesse premesse. Il verdetto finale arriverà nell’incontro previsto all’inizio della prossima settimana con il presidente Marotta. La delusione brucia ancora, ma almeno Inzaghi avrà avuto il tempo per riflettere a mente più lucida. Sempre che la decisione non sia già maturata: da un lato ci sono le sirene dorate dell’Arabia Saudita, con offerte milionarie e la consapevolezza di aver forse completato un ciclo, vincente ma pieno di rimpianti; dall’altro, la possibilità di continuare con l’Inter, il club che lo ha consacrato come allenatore, ma che ora richiede una ricostruzione profonda.
Ripartire, sì, ma con quale progetto? Inzaghi vuole capire quanto la società sarà disposta a seguirlo nelle scelte tecniche. Non si parla di ingaggi personali, ma di investimenti mirati sul mercato per rilanciare una squadra arrivata al capolinea. Alcuni innesti – come Luis Henrique – sono già stati definiti, ma serviranno altri tasselli per provare a tornare competitivi . Il “Demone”, come è stato soprannominato, è di fronte a un bivio: riprovarci, dopo una stagione in cui ha sfiorato tutto senza conquistare nulla, oppure riconoscere la fine di un ciclo, come emerso chiaramente anche nella notte tedesca.
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