Inter, è il momento di cambiare strategia? Tra virtù e ambizione, una riflessione che va oltre i parametri zero
La stagione 2025/2026 si apre con l’Inter chiamata a una nuova sfida. Dopo anni di solidità gestionale, piazzamenti costanti in Europa e trofei nazionali che hanno restituito un’identità forte al club, è giusto porsi una domanda che esula dalla retorica: la strategia di mercato attuale è davvero sufficiente per ambire a qualcosa di più grande?
Chi guarda indietro con lucidità sa che questa Inter ha fatto tre finali europee in sei anni — numeri che pochi possono vantare nel continente. Ma il conto finale, quello che si stampa nella memoria storica e nelle bacheche, dice zero vittorie. E allora il dubbio sorge spontaneo: vale la pena continuare esattamente su questa strada o è tempo di osare qualcosa di diverso?
Parametri zero e mercato domestico: una virtù… ma con un tetto
Il lavoro della dirigenza, in particolare negli ultimi anni con Marotta e Ausilio, è stato encomiabile. Parametri zero trasformati in pilastri, occasioni di mercato valorizzate da un allenatore come Simone Inzaghi che ha saputo far rendere anche chi, altrove, aveva fatto fatica. Ma c’è un punto oltre il quale la virtù rischia di diventare limite.
Affidarsi sempre agli stessi meccanismi — parametri zero over 30, giocatori in esubero dalle big italiane, colpi di seconda fascia trasformati in prime scelte — è ancora la via giusta? Se l’obiettivo resta “lo scudettino”, allora sì. Ma se l’Inter vuole tornare a vincere in Europa, bisogna alzare l’asticella. Non solo nei sogni, ma anche negli investimenti.

Quest’anno ci sono i mezzi. Allora si abbia anche il coraggio
Il 2025 si apre con una buona notizia: ci sono risorse da spendere. Non parliamo di follie, ma di una disponibilità che può permettere qualche colpo di livello, di quelli che spostano davvero. Non è necessario comprare tanto, ma comprare bene, con una visione più internazionale, più ambiziosa.
Un esempio? Se hai Barella non compri X solo perché hai i soldi, ma vai a prendere un profilo che ti permetta di alzare il livello della squadra, non solo di riempire un ruolo. La funzione non è tutto, serve anche la qualità pura, quella che nelle finali fa la differenza tra chi alza la coppa e chi si consola con gli applausi.

I tifosi sono pronti a una svolta?
A questo punto la domanda va rivolta anche ai tifosi: volete davvero continuare su questa linea? O è arrivato il momento di chiedere una sterzata, un colpo di reni strategico, anche a costo di qualche rischio in più?
La solidità economica resta un fondamento imprescindibile. Ma tra equilibrio e ambizione esiste una zona grigia che si chiama coraggio, dove si può spendere con intelligenza, pianificare con audacia, scegliere il colpo giusto senza accontentarsi del solito usato sicuro.
L’Inter è tornata a essere grande. Ora, se vuole diventare leggendaria, deve iniziare a comportarsi come tale anche sul mercato. Non sempre chi osa vince, ma chi non osa quasi mai lascia il segno.
E voi, interisti, cosa ne pensate? È tempo di cambiare strategia o la via della continuità è ancora la più giusta?
Lascia un commento