Acerbi, Darmian e Mkhitaryan. Tre nomi, tre veterani, tre certezze nerazzurre. Nonostante l’età, continuano a dimostrare sul campo di essere uomini chiave, anche in un palcoscenico prestigioso come il Mondiale per Club. Con Chivu in panchina, il loro valore si sta confermando più che mai, sia sul piano tecnico che su quello umano.
Darmian è stato chiamato agli straordinari: ha iniziato il torneo come esterno a tutta fascia contro il Monterrey, poi è arretrato a fare il braccetto di difesa per sopperire alle assenze contemporanee di Pavard e Bisseck. Un jolly insostituibile, come sempre.
Acerbi, pur con qualche acciacco alle spalle, ha disputato due delle tre gare finora al centro della retroguardia, portando la solita calma olimpica e leadership. E poi c’è Mkhitaryan, che contro il River Plate ha messo in scena un’altra masterclass: tocco, visione, personalità. Un giocatore di un’altra categoria, inutile girarci intorno.
Questo Mondiale per Club rappresenta un crocevia tra la stagione 2024/2025 e quella che verrà. E proprio i tre senatori, per motivi anagrafici e strategici, saranno al centro delle valutazioni della società. Acerbi, che a luglio compirà 37 anni, è quello che rischia di più. Il club ha la possibilità di interrompere il contratto in scadenza nel 2026 tramite una clausola. Una decisione difficile dopo stagioni vissute da protagonista, ma forse necessaria.
Discorso simile anche per Darmian (36 a dicembre) e Mkhitaryan (già 36). La loro esperienza è ancora un asset, ma l’Inter guarda avanti. In difesa si pensa a un investimento pesante, giovane ma già pronto, da affiancare a De Vrij. Darmian, grazie alla sua versatilità, potrebbe ancora essere utile come tappabuchi ovunque serva, mentre Mkhitaryan potrebbe vedere ridotto il minutaggio grazie all’arrivo di Sucic, così da gestirlo meglio nel corso della stagione.
Sono riflessioni in corso ad Appiano Gentile, che prenderanno forma concreta dopo il Mondiale. I tifosi, sui social, chiedono un ringiovanimento deciso della rosa. Vogliono una squadra proiettata al futuro, anche a costo di salutare colonne storiche. Servono scelte dolorose ma coraggiose. La palla ora passa a Marotta e Ausilio.
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