Fabio Capello ha parlato alla Gazzetta dello Sport. “Anche io ho giocato finali senza riuscire ad alzare la coppa, nel calcio capita ed è giusto così, ti aiuta a formarti. Ma alla fine ciò che conta è sempre la bacheca, e quella dell’Inter quest’anno è rimasta vuota. Marotta muove i conti, e sono sempre ottimi, così come gran parte delle prestazioni, ma ho l’impressione che la squadra si sia un po’ sopravvalutata. Parlo del campionato, non della Champions League. Lì c’è poco da dire: al netto della finale persa 5-0, le partite contro il Bayern Monaco e il Barcellona sono state straordinarie e uniche. Resteranno impresse nella storia. Ma in Serie A non s’è vista quella rabbia agonistica e continua mostrata più volte in Europa”.
Le parole di Capello
“Ho visto alcuni giocatori impegnarsi alla grande, come Barella o Lautaro, ma anche un cambio di mentalità. Qualcosa di diverso. Mi riferisco ai giovani come Pio Esposito o Carboni, ma anche a Sucic. Il più interessante dei nuovi. Anche se queste partite non fanno molto testo: il caldo umido ha influito parecchio ed è stato decisivo. I brasiliani, ad esempio, erano più abituati. Le condizioni atmosferiche hanno alimentato la stanchezza. Che idea mi sono fatto del caso Lautaro-Calhanoglu? Queste dinamiche dovrebbero essere risolte negli spogliatoi. Lautaro ha parlato da capitano, com’è giusto che sia, ma quando metti nel mirino un compagno che non è presente in quel momento, allora secondo me non va bene. I problemi vanno sempre risolti faccia a faccia. È l’unica soluzione”.
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