Alla vigilia della sfida contro l’Al Ahli, valida per la prestigiosa Como Cup, l’allenatore del Como Cesc Fabregas è tornato a parlare della sua decisione di restare sulla panchina lariana nonostante l’interesse manifestato dall’Inter.
“Sono felice qui, l’ho detto sin dal primo giorno alla società. Sono sempre stato sincero. Ho ascoltato proposte, ma non perché volessi andarmene. Amo il calcio, mi piace osservare come lavorano le altre squadre, sono curioso e diretto. Non ho mai avuto dubbi: sono molto legato al presidente e al direttore sportivo Carlalberto Ludi. Ho firmato un contratto di quattro anni, lo fai solo se credi davvero in un progetto solido. Le parole contano poco, sono i fatti e la costanza a fare la differenza. Ogni giorno entro al centro sportivo alle 7 del mattino e vado via alle 23. Il nostro obiettivo è portare il Como il più in alto possibile. Il resto non conta. Io devo essere in pace con me stesso. C’è trasparenza con la società e grande lealtà verso la gente di Como.”
“Perché evitavi di dire se saresti rimasto?”
“Siamo ancora una realtà piccola, non si parla tanto di noi. Ma anche Conte, dopo lo scudetto, non aveva ancora deciso se sarebbe rimasto. Quante volte un tecnico che porta una squadra in Serie A viene poi sostituito? Magari non è considerato pronto per il livello successivo. Forse anche io non sono ancora pronto per fare un salto oltre il decimo posto. Dopo la scorsa stagione ci siamo confrontati tanto, serve fare bene. Chiuderemo questo campionato e poi si vedrà. Ma io sono qui, e qui ha sempre avuto senso restare.”
“Le grandi ti cercano: Leverkusen, Lipsia, Inter… te lo aspettavi?”
“No, non mi aspettavo nulla. Non mi aspetto mai niente da nessuno. In questo mestiere se vinci 4-0 sei un genio, se perdi 2-0 sei scarso. Non c’è margine d’errore. Se oggi fai bene vai avanti, altrimenti domani sei già in discussione. Questo è il calcio: non hai tempo per pensare, hai solo il dovere di vincere.”
Lascia un commento