Gianfelice Facchetti ha parlato a La Repubblica di Calciopoli: “Non c’erano testimoni, nessuno parlava, nessuno andava in aula, finché ho trovato i suoi appunti originali e ho fatto il testimone de relato, appunto riferivo come se fossi lui. Pochissime differenze dal recitare la sua parte. Intendiamoci, i tifosi non mi hanno mai abbandonato, ma non potevano certo testimoniare. E nessuno poteva essere preparato alla montagna di pattume che è stato quello scandalo e che per fortuna non ha neppure sfiorato papà”.
Le parole di Facchetti
“Mio padre era diverso: figlio di un ferroviere di grandi silenzi, troppo buono per portargli rancore, anche quello adolescenziale, se eravamo in rotta preferivo stare lontano, con Lupo e Teresa è diverso, perché sono diversi i tempi. Ma comprendo di più papà e certi suoi comportamenti con me. Di sicuro in comune c’è l’educazione dei figli al calcio. Qualche settimana fa ho portato i miei ragazzi a vedere la finale di Champions League a Monaco, peccato che non si sia mai giocata, quella partita…”.
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