Nella nuova Inter firmata Oaktree c’è un trequartista che passa sotto traccia, oscurato dal clamore dell’affare Lookman. Eppure Nicola Zalewski è lì, pronto a prendersi il suo spazio. È cresciuto su un campetto polveroso in provincia di Roma, tra Tivoli e la voglia di fare calcio “di strada”, come lui stesso lo ha definito al Corriere della Sera: “Se oggi gioco in Serie A, è anche grazie a quei momenti lì”.
Oggi si parla di lui come di un esterno, ma Zalewski nasce con la maglia numero dieci della Primavera della Roma. Dribbling prima della marcatura, visione prima del recupero palla. Poi Mourinho lo ha trasformato in tornante, ruolo con cui ha vinto da titolare la Conference League. Ora, con Chivu in panchina, potrebbe tornare al suo primo amore: la trequarti.
La nuova stagione è iniziata proprio lì, dietro le punte, contro l’Urawa nella seconda partita del Mondiale per Club. Ma la prova non ha convinto: sostituito all’intervallo, voto 5. Resta comunque una scommessa forte dell’Inter, che lo ha acquistato a gennaio come vice Dimarco e riscattato per 6,5 milioni. Un’operazione coerente con la strategia del fondo californiano: profili giovani, sostenibili, ad alto potenziale.
Classe 2002, nato in Italia e polacco per scelta internazionale (29 presenze, 3 gol), Zalewski ha già vissuto tre finali europee: Conference (titolare), Europa League e Champions League (entrambe da subentrato). Una vittoria, due sconfitte. E una duttilità preziosa: può giocare esterno a tutta fascia nel 3-5-2, alto nel 3-4-2-1, o anche come trequartista nel 3-4-1-2, affiancando nomi come Thuram, Bonny o lo stesso Lookman. Quattro ruoli, un solo giocatore.
Nella passata stagione, tra Roma e Inter, ha collezionato 23 presenze e un gol — splendido — al Torino, con un destro a giro dopo un dribbling secco. I numeri raccontano di un talento ancora in costruzione: 2,9 tocchi medi in area avversaria a partita e 3,4 passaggi progressivi, non banali per chi ha alternato la fascia alla trequarti. Pochi pari ruolo possono vantare simili cifre, soprattutto se si considerano anche i compiti difensivi.
Zalewski oggi è un jolly, ma in fondo resta un dieci. E quel passato da regista offensivo sembra tornare a bussare. L’Inter l’ha notato. Chivu ci crede. E Nicola è pronto ad aprire la porta.
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