Sucic regista al posto di Calhanoglu, Chivu ha un piano B per il Torino

Per quanto inevitabile, il taglio col passato sarà evidente. Perché quella che attende l’Inter non è una semplice scelta di formazione, ma un’operazione tatticamente delicata e simbolicamente molto potente. Chi cerca i primi indizi della rivoluzione di Cristian Chivu dovrà attendere lunedì sera a San Siro: contro il Torino andrà in scena la sua prima Inter di Serie A, e distinguere il nuovo corso dal recente passato sarà impossibile. A cambiare sarà soprattutto il cuore del centrocampo, fin qui il blocco monolitico Barella-Calhanoglu-Mkhitaryan, la formula magica che con Inzaghi ha condotto ai trionfi in patria e sfiorato l’Europa. Ora, però, il copione è diverso: Calhanoglu è squalificato e servirà un nuovo regista. Il principale candidato? Petar Sucic.

Sucic, la situazione

Il croato rappresenta la soluzione più intrigante tra quelle sul tavolo del tecnico. L’alternativa, più prudente, porta a Barella, che già in passato ha ricoperto quel ruolo. La certezza è che entrambi partiranno dal via: oltre a Calhanoglu, mancherà anche Frattesi, non ancora al meglio, mentre Zielinski ha accumulato appena mezz’ora nelle gambe contro l’Olympiacos. Con Asllani destinato a lasciare e il grande colpo a centrocampo ancora in sospeso, la mediana contro i granata sarà affare quasi esclusivo di Barella, Mkhitaryan e Sucic.

La fiducia di Chivu nel 21enne arrivato dalla Dinamo Zagabria non sorprende: lo ha inserito subito nelle rotazioni al Mondiale per club e poi nei test estivi, utilizzandolo da mezzala fino al recente esperimento da playmaker contro l’Olympiacos. Una scelta che suona come prova generale in vista del debutto in campionato.

Nel ruolo di regista Sucic ha convinto più in fase difensiva – letture e recuperi già convincenti, coraggio nei contrasti – che nell’impostazione, ancora da affinare. La personalità non gli manca, ma la strada è lunga. Ecco perché Chivu potrebbe infine spostarlo nella sua comfort zone, la mezzala destra, affidando a Barella la cabina di regia. D’altronde, il croato ha dimostrato con la Dinamo e in nazionale – anche accanto al neomilanista Modric – di sapersi adattare a diversi sistemi di gioco. Versatilità ed elasticità: esattamente ciò che Chivu chiede alla nuova Inter che sta per nascere.

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