San Siro viaggia verso il tutto esaurito per l’esordio in campionato dell’Inter contro il Torino, in programma domani sera. Ma sugli spalti non mancheranno le tensioni: la Curva Nord ha infatti annunciato una protesta contro le restrizioni imposte dalla società, in accordo con magistratura e forze dell’ordine, che hanno escluso alcuni tifosi “sgraditi” dall’acquisto dell’abbonamento nel secondo anello verde.
Gli ultrà nerazzurri, riuniti giovedì sera al tradizionale baretto fuori dallo stadio, inizialmente avevano deciso di restare fuori dal Meazza organizzando un presidio. La linea è però cambiata: i tifosi potranno entrare in Curva Nord, ma al fischio d’inizio, su segnale del direttivo, dovranno lasciare in massa e in maniera ordinata il settore. Una parte della tifoseria, invece, potrebbe comunque optare per restare all’esterno e manifestare.
Il modello ricalca, con alcune differenze, quello già visto dalla parte opposta di San Siro: anche gli ultras del Milan avevano scelto la linea dura contro il divieto di abbonamenti in Curva Sud, rispondendo con un silenzio assordante durante le prime uscite stagionali.
La vicenda ha aperto un fronte di scontro non solo sportivo ma anche legale. Diversi gruppi organizzati, infatti, si stanno muovendo con i propri avvocati per valutare se il provvedimento sia contestabile: “Se non ci sono misure giudiziarie individuali – si chiedono molti ultrà – perché un tifoso non può abbonarsi nel proprio settore abituale?”.
Intanto, per aggirare le restrizioni, molti dei sostenitori inseriti nella blacklist hanno sottoscritto un abbonamento in altri settori dello stadio, in particolare nel primo anello verde (sotto la Nord) e nel primo anello blu (sotto la Sud). Un “piano B” che consentirà comunque loro l’accesso al Meazza, con la prospettiva di tentare, nelle prossime gare, un ritorno nelle curve che ufficialmente dovrebbero restare off limits.
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