Bergomi sorprende: “L’Inter ha fatto marcia indietro, nessuno dei nuovi giocherebbe titolare”

La scelta della società

Secondo Beppe Bergomi, l’Inter ha imboccato una strada precisa nel corso di questo mercato estivo: la società ha preferito puntare sulla continuità piuttosto che su un cambiamento radicale. “L’Inter ha fatto cinque acquisti Under 23 – ha spiegato – ma nessuno, se domani si giocasse una finale, sarebbe titolare. È stata fatta una marcia indietro rispetto all’idea di cambiare che si era percepita a inizio estate”.

L’ipotesi di un cambio tattico

A inizio mercato sembrava che l’Inter fosse pronta a esplorare un nuovo assetto tattico. L’eventuale arrivo di Lookman, ad esempio, avrebbe costretto la squadra a passare a un centrocampo a due, rompendo con lo schema collaudato del 3-5-2. Tuttavia, l’evoluzione del mercato ha riportato la squadra verso le soluzioni note. I giocatori acquistati non hanno caratteristiche difensive tali da sostenere un cambio così netto: Diouf è un box-to-box di spinta, con un profilo più offensivo che di equilibrio, mentre Sucic è un centrocampista tecnico, abile nella costruzione, ma non un interditore puro.

La difesa e il modulo

Anche in difesa, le scelte sono andate nella direzione della stabilità. Non ci sono stati innesti di rilievo e la retroguardia resta la stessa che ha dato certezze negli ultimi anni. Proprio per questo, nell’ultima amichevole, Chivu è tornato a schierare il 3-5-2, dimostrando come l’Inter abbia deciso di proseguire con lo stesso sistema che l’ha accompagnata per le ultime quattro stagioni.

Un gruppo consolidato con riserve più forti

Il giudizio finale di Bergomi è chiaro: l’Inter non ha cambiato pelle, ma ha saputo rafforzare le seconde linee. “La squadra – ha concluso – è tornata all’idea degli ultimi anni, senza rivoluzioni, ma migliorando la qualità delle riserve”. In un calendario sempre più fitto di partite, con la necessità di avere una rosa profonda e pronta a reggere l’impatto di più competizioni, questa strategia potrebbe rappresentare un vantaggio non trascurabile.

L’analisi

La scelta di non rivoluzionare il gruppo, se da un lato garantisce solidità e certezze tattiche, dall’altro potrebbe aprire al rischio di una certa ripetitività. L’Inter, infatti, si affida ancora agli stessi cardini e allo stesso impianto tattico che l’ha portata al successo negli ultimi anni. Tuttavia, in un contesto dove la stabilità può essere un valore, l’arricchimento delle alternative e la crescita dei giovani inseriti potrebbero rappresentare la chiave per mantenere alto il livello competitivo senza mettere a rischio l’identità della squadra.

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